Sebastiano Visintin rinviato a processo per aver diffamato due vicini di casa, Gabriella e Salvatore. I due, a Storie Italiane, raccontano cosa li ha spinti a procedere in giudizio. “Abbiamo scelto di diffamare Sebastiano Visintin. In tutta questa storia dico sempre che siamo cascati nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Non possiamo fare gli omertosi, a me hanno sempre insegnato di rispettare le istituzioni e non posso girare le spalle davanti a quello che è successo a Lilly. Sebastiano ha detto che noi siamo entrati in casa sua: allora mi chiedo, perché non è andato immediatamente in polizia e ci accusa dopo due anni?” si chiede Gabriella.



Come sottolineato ancora dall’amica, “Sebastiano non sapeva neanche cosa ci fosse in cucina”. Il marito, Salvatore, invece, spiega: “Abbiamo vissuto male questi due anni, sottoposti a intercettazioni ambientali. Io ho dedicato la mia vita all’arma dei carabinieri, ho vissuto tanti anni al servizio del cittadino. E per aver fatto il mio dovere mi sono trovato con il dito puntato contro. Io mi auguro che emerga la verità”.



Sebastiano Visintin ha diffamato i vicini di casa? “Li ha invitati lui ad entrare”

L’avvocato della coppia, amici e vicini di casa di Liliana Resinovich, parlando dell’accusa di diffamazione, sottolinea a Storie Italiane: “Sebastiano li ha accusati di essere entrati in casa. Non corrisponde a verità, anche perché fu lui a dichiarare di aver chiamato Gabriella e Salvatore perché spaventato poiché Liliana non era rientrata a casa. Quindi fu lui a chiedere loro di andare a casa sua”.

Gabriella, amica di Liliana, racconta ancora: “Sebastiano racconta che la notte la moglie piangeva perché era stata stalkerizzata. Allora io mi chiedo ancora, perché non è andato ai carabinieri? Lui non ha detto immediatamente al fratello Sergio della scomparsa, così come a noi non ha riferito di questo stalker che secondo lui importunava Liliana. E non lo ha detto neanche agli inquirenti: questo avrebbe permesso alle indagini di partire prima e a 360°”.