È stato proclamato lo stato di emergenza a Sebastopoli dopo l’attacco dell’Ucraina con missili americani Atacms, nel frattempo crescono le tensioni tra Russia e Usa per il raid. Infatti, il Cremlino reputa gli statunitensi responsabili tanto quanto gli ucraini, un concetto che il ministero degli Esteri russo ha espresso all’ambasciatrice americana convocata dopo l’attacco e che ha ribadito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Questi ha aggiunto che ci saranno «conseguenze» e invitato i media a chiedere a Usa ed Europa il motivo per il quale «i loro governi uccidono i bambini russi». Non ci sono dubbi per la Russia riguardo il «coinvolgimento degli Usa», infatti Peskov ha dichiarato di sapere «perfettamente bene» chi c’è dietro il raid e «chi punta sui bersagli questi missili tecnicamente molto complessi».



Il ministero della Difesa russo nel frattempo sta incalzando l’Ucraina per l’«attacco terroristico» di Sebastopoli, mentre per quanto riguarda le responsabilità Usa, viene rimarcato che «tutte le specifiche di volo» per utilizzare i missili Atacms sono inserite dagli specialisti americani in base ai dati di ricognizione satellitare, quindi la responsabilità dell’attacco a Sebastopoli ricade su Washington che ha dato tali armi a Kiev, che ha poi effettuato l’attacco, con evidente riferimento alla decisione del presidente americano Joe Biden di autorizzare l’uso di armi americane per attaccare in territorio russo.



ISW: CRITICHE ALLA RUSSIA PER RAID A SEBASTOPOLI

Sul raid ucraino a Sebastopoli è intervenuto l’Institute for the Study of War in un rapporto in cui cita quando dichiarato dal ministero della Difesa russo, cioè «che l’impatto di un intercettore della difesa aerea russa ha causato la deviazione di un missile dalla sua traiettoria di volo e la sua detonazione». Il think tank che ha sede a Washington ha precisato di non poter confermare che siano stati usati i missili americani Atacms, ma ritiene che «l’accusa del Ministero della Difesa russo agli Stati Uniti per le vittime civili è un tentativo di dissuadere gli Stati Uniti dal fornire ulteriore assistenza alla sicurezza dell’Ucraina».



Inoltre, riporta l’accusa di blogger militari russi alle autorità per non essere riusciti a prevenire l’attacco e a proteggere i civili, in particolare «per non aver individuato e distrutto tutti i missili prima che si avvicinassero a Sebastopoli e per non aver costruito rifugi rinforzati a pochi passi dalla spiaggia, paragonando specificamente la mancanza di rifugi vicino a questa spiaggia in contrasto con gli sforzi della Russia per costruire rifugi nella regione di Belgorod, vicino al confine internazionale con l’Ucraina». Inoltre, hanno accusato le autorità locali e quelle russe di non aver usato le sirene antiaeree per avvisare i civili di cercare un rifugio. Nel rapporto, ISW scrive che «l’esercito russo probabilmente posiziona di proposito obiettivi militari legittimi nelle vicinanze di aree civili in Crimea, nel tentativo di scoraggiare gli attacchi ucraini». La Russia viene accusata anche di aver probabilmente violato i suoi stessi regolamenti sull’applicazione del diritto umanitario, in base al quale «il comando militare deve evitare di schierare obiettivi militari in aree densamente popolate o nelle loro vicinanze».