Chi è stato vaccinato con AstraZeneca, può fare la seconda dose con un vaccino diverso da quello anglo-svedese, che tanto sta facendo discutere, in Italia e nel mondo, in virtù delle (pochissime) reazioni avverse verificatesi (trombosi e conseguenti decessi)? La risposta, perlomeno nel nostro Paese, è sì: chi risiede nello Stivale e ha un’età inferiore ai sessant’anni riceverà, su decisione del Comitato tecnico scientifico, un siero anti-Covid differente da AstraZeneca per il richiamo, sicuramente a Rna messaggero, dunque Moderna o Pfizer.



Il cosiddetto “mix di vaccini”, d’altro canto, garantirebbe, stando a quanto rilevato da numerosi studi condotti nell’intero orbe terracqueo, una risposta immunitaria più efficace e la produzione di un maggior numero di anticorpi. Ricercatori spagnoli hanno dimostrato questa teoria su un campione di 670 volontari, così come i loro omologhi tedeschi. Addirittura, dal Regno Unito giunge la notizia, rilevata nell’ambito dello studio Com-Cov, che utilizzare due vaccini diversi aumenta la risposta anticorpale addirittura di quattro volte rispetto alla vaccinazione eseguita con un unico tipo di siero, malgrado si siano verificati alcuni effetti collaterali in più rispetto al solito.



SECONDA DOSE CON VACCINO DIVERSO DOPO LA PRIMA CON ASTRAZENECA: PERCHÉ SÌ

Usare un vaccino diverso da AstraZeneca per la seconda dose sarebbe meglio anche e soprattutto per via del fatto che le differenti tecnologie utilizzate nello sviluppo dei sieri provocherebbero una risposta immunitaria ad ampio raggio. È esattamente ciò che spiega Antonella Viola, immunologa e docente di Patologia all’Università di Padova, sulle colonne de “Il Corriere della Sera”: “Ci si aspettava che utilizzare vaccini differenti potesse funzionare bene, perché comunque tutti i vaccini che stiamo usando prendono la stessa proteina come bersaglio – ha dichiarato –. Può cambiare eventualmente la tecnologia che aiuta il vaccino a entrare nelle cellule, come succede tra AstraZeneca e Pfizer”. Inoltre, nel caso dei vaccini basati su un vettore virale, pensare a una seconda dose con vaccini progettati con tecnologia a RNA messaggero “potrebbe essere anche meglio, dato che alcune persone possono sviluppare una risposta immunitaria contro gli adenovirus che potrebbe indebolire l’efficacia futura del farmaco”.

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