Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto farmacologico Mario Negri, è intervenuto in data odierna, lunedì 17 maggio 2021, ai microfoni della trasmissione di La 7 “L’Aria che Tira”, condotta da Myrta Merlino, nel corso della quale ha fornito il proprio punto di vista sulla situazione epidemiologica in Italia. Partendo dalla festa scudetto dei tifosi dell’Inter di inizio maggio, l’esperto ha dichiarato: “Quello che è successo a Milano non possiamo ancora giudicarlo, lo potremo fare soltanto tra una settimana. Sinceramente, non mi aspetto che succeda molto, perché erano all’esterno, c’era tantissimo vento e le persone si muovevano molto rapidamente. Questo significa che, anche se sei vicino a un superdiffusore, probabilmente non ti contagi riducendo i tempi di esposizione”.



Per chiudere la parentesi calcistica, Remuzzi ha confessato: “Sono tifoso dell’Atalanta, tanto più che è la squadra che gioca meglio di tutto il campionato. Per scaramanzia penso che non vinceremo la Coppa Italia mercoledì. In ogni caso, mi auguro che i nostri tifosi stiano tranquilli, fare quello che hanno fatto i sostenitori dell’Inter non è un bene. Bisogna essere attenti, non avvicinarsi troppo agli altri. Siamo vicini alla soluzione del problema e, a maggior ragione, non dobbiamo esagerare”.



GIUSEPPE REMUZZI: “SECONDA DOSE PFIZER, I NUOVI DATI”

Il professor Giuseppe Remuzzi, a “L’Aria che Tira”, ha poi detto la sua sulle tempistiche connesse al richiamo del vaccino Pfizer. È giusto spostare la seconda dose a 42 giorni dalla prima? “Gli esperti di vaccini hanno sempre pensato che ritardare la seconda dose potesse essere addirittura più efficace – ha affermato –. La dimostrazione della bontà di questo pensiero è stata registrata ieri, con un lavoro in fase di pre-print, che rivela come la seconda dose di vaccino, ritardata di dodici settimane, induca una risposta anticorpale di 3,5 volte più alta rispetto a quella sviluppata con le tempistiche attualmente in essere”. Per quanto riguarda le vaccinazioni, secondo Remuzzi “bisogna continuare fino alla fascia d’età fra i 30 e i 40 anni, perché questi soggetti possono sviluppare malattie gravi con conseguenze a lungo termine. Mi riferisco a problematiche ai reni, al fegato e al cervello”. In ultimo il direttore dell’istituto “Mario Negri” ha ricordato che, la copertura dalla malattia grave con tutti i vaccini è del 100%, mentre la situazione inerente ai sintomi è molto diversa, “ma avere tosse, raffreddore e un po’ di febbre non preoccupa”.

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