Continua lo scontro all’interno della comunità scientifica italiana sul coronavirus, ora sulla seconda ondata Covid. Al “manifesto dell’ottimismo” si contrappone il gruppo di associazioni scientifiche secondo cui c’è troppa euforia sui dati. «Affermare che il rischio pandemico abbia cessato di esistere non ha nessuna base scientifica», scrivono in un documento infettivologi (Simit), anestesisti rianimatori (Siaarti), medici di famiglia (Simg), dialettologi (Sid) e geriatri (Sigot). Inoltre, affermando ciò, si può creare «disorientamento e indurre una parte della popolazione a non rispettare le indicazioni di contenimento che invece devono essere mantenute». Le associazioni capitanate da Massimo Galli, Marcello Tavio, Massimo Andreoni, Giovanni Di Perri, Carlo Federico Perno e Claudio Maria Mastroianni sottolineano che «solo grazie alle misure di contenimento adottate con il lockdown è stato possibile arrestare la progressione dell’ondata epidemica». Come a dire che Alberto Zangrillo, Giuseppe Remuzzi, Giorgio Palù, Luciano Gattinoni e altri scienziati abbiano diffuso false illusioni.
SCONTRO TRA SCIENZIATI SU SECONDA ONDATA CORONAVIRUS
Per gli infettivologi non ci sono diversi tipi di coronavirus: il ceppo virale è lo stesso, con variazioni del genoma normali in un virus a Rna ma non tali da giustificare una diversa virulenza di un ceppo rispetto ad un altro. Inoltre, dagli studi non sono emerse differenze significative nei ceppi virali presenti in Italia. Se i numeri fanno pensare ad una conclusione della pandemia, in realtà siamo in un’altra fase, alla seconda ondata Covid. Per Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale, «è in atto un secondo ciclo endemico, caratterizzato da modalità di manifestazione differenti da prima». Per Filippo Fimognari, presidente Sigot, c’è una «minore incidenza di contagi e un numero più basso di persone così gravi da ricorrere all’ospedale grazie a tutte le misure prese in questi mesi». Prudente è anche il virologo Andrea Crisanti, responsabile della Microbiologia all’università di Padova: «Troppa euforia, ho grandissima stima di Zangrillo ma spero che tra due mesi non debba pentirsi di aver indotto atteggiamenti poco coerenti». Non manca una stilettata di Massimo Clementi, virologo del San Raffaele di Milano: «Crisanti si è sempre occupato di malaria».