I piani regionali per gestire l’eventuale seconda ondata di coronavirus ci sono e sono pronti, eppure c’è il rischio di non fare in tempo per l’autunno. Il motivo lo svela il Sole 24 Ore, partendo da un dato: i piani regionali approvati dal Ministero della Salute e registrati dalla Corte dei conti aggiungono 3.443 posti letto in terapia intensiva e riconvertono 4.213 letti in terapia sub-intensiva, la metà dei quali sono adattabili a terapia intensiva. Quindi, c’è un “tesoretto” di 7,656 letti in più. Dopo lo “tsunami” dei mesi scorsi, si è capito che andava potenziato il Servizio sanitario nella trincea delle terapie intensive, dove l’obiettivo è avere 11mila posti in tutto. Nonostante il pressing del ministro della Salute Roberto Speranza, si registrano i primi ritardi. I piani sono rimasti sulla carta. Il decreto Rilancio ha stanziato 1,4 miliardi tre mesi fa per il rafforzamento ospedaliero, di cui 1,1 miliardi per i nuovi posti letto e 250 milioni per ammodernare i pronto soccorso con nuove attrezzature, percorsi separati e aree di diagnosi dedicate, oltre che per acquistare nuove ambulanze di bio-contenimento con personale specializzato.



SECONDA ONDATA, PIANI REGIONI “ARCURI DEVE ATTUARLI MA…”

Le risorse sono state trasferite alla contabilità del commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri, il cui compito è anche quello di dare attuazione ai piani nella massima tempestività. Per garantirla deve nominare i governatori quali commissari delegati per l’attuazione dei vari piani regionali. Ma per ora – spiega il quotidiano – non c’è traccia di queste nomine, né si hanno notizie di lavori in ospedale o di gare per acquistare attrezzature. Di sicuro non si parte da zero, ma è una corsa contro il tempo che ci vede già in ritardo. Luigi Icardi, assessore alla Salute del Piemonte e coordinatore di tutti gli altri assessori italiani nella commissione Salute della Conferenza Stato-Regioni, ha spiegato che a livello regionale tutti sono pronti, ma qualcosa si è “inceppato”. «I piani li abbiamo inviati quasi tutti nei tempi, ora però ci devono dire al più presto cosa dobbiamo fare perché dobbiamo acquistare i letti, fare i lavori edilizi che servono, capire se le attrezzature in comodato resteranno nostre o dobbiamo comprarne di nuove e poi dobbiamo scegliere il personale medico e sanitario da farci lavorare», ha dichiarato al Sole 24 Ore.



SECONDA ONDATA, PIANI REGIONALI PRONTI

Una cosa è sicura: bisogna cominciare subito. Anzi, secondo Luigi Icardi, dovevano essere già partiti. «Siamo già in ritardo e cosi rischiamo sul serio di non essere pronti per l’autunno», ha dichiarato al Sole 24 Ore. Proprio il quotidiano, che ha preso visione dei piani regionali, rivela che quella che aggiunge più letti è la Lombardia, la regione più colpita dall’emergenza coronavirus. Qui si puntano a creare 585 letti aggiuntivi in terapia intensiva e 704 in sub-intensiva. A seguire la Campania (350-406), la Sicilia (309-350), il Piemonte (299-305) e il Lazio (282-403). I piani sono molto dettagliati e indicano anche la dotazione di letti aggiuntiva per ogni ospedale. Il Sole 24 Ore cita il caso Milano: il piano regionale prevede 51 posti letto in più per terapia intensiva al Sacco, 36 al Niguarda. Per citare i numeri più rilevanti, c’è poi Roma con 53 letti in più al Gemelli, 36 all’Istituto Spallanzani e 26 al Policlinico Umberto I. Invece in Campania, e nello specifico a Napoli, gli ospedali che si “rinforzano” di più sono il Cardarelli (26) e l’azienda ospedaliera Moscati (22).

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