Papa Giovanni Paolo II subì un attentato di cui tutti hanno memoria a Roma, il 13 maggio 1981, ma ve ne fu un secondo, poco menzionato dalle cronache, che si verificò esattamente un anno più tardi a Fatima, in Portogallo. Procediamo, tuttavia, con ordine. Dodici mesi prima Karol Wojtyla stava percorrendo piazza San Pietro a bordo della sua “Papamobile”, abbracciato da una folla incredibilmente estesa di fedeli. A un certo punto, però, si udì nitidamente il rumore di quattro colpi di pistola, che raggiunsero il pontefice e lo ferirono gravemente. Erano stati sparati da un estremista turco, Mehmet Ali Agca, che fu arrestato, mentre il vescovo di Roma lottò tra la vita e la morte al policlinico “Gemelli”, con i medici che lo diedero per spacciato.
Incredibilmente, però, Papa Giovanni Paolo II si salvò e sottolineò, appena si riprese, come una mano avesse primato il grilletto e un’altra avesse impedito ai proiettili di ucciderlo. Il riferimento alla sfera divina era palese e subito si pensò a un miracolo della Madonna di Fatima, che il mondo cristiano celebra proprio nella giornata del 13 maggio. Così, Wojtyla decise che avrebbe dovuto fare qualcosa per ringraziarla.
PAPA GIOVANNI PAOLO II E IL SECONDO ATTENTATO A FATIMA
Nel libro “Il Papa doveva morire”, scritto dal giornalista Antonio Preziosi, direttore di Rai Parlamento, si dà spazio a un altro accadimento, quello del secondo attentato ai danni di Giovanni Paolo II, avvenuto proprio a Fatima un anno più tardi. Ne dà notizia “Il Sole 24 Ore”, spiegando che, in occasione del pellegrinaggio papale di ringraziamento in Portogallo, accadde un episodio spiacevole e che rinnovò il sentimento di paura provato soltanto un anno prima. Era la sera del 12 maggio 1982 e, durante un incontro con i fedeli, tra sorrisi e strette di mano, il Papa fu avvicinato da un uomo che si scagliò con veemenza e forza contro di lui. Si trattava di un prete tradizionalista, che si presentò al cospetto del pontefice armato di una lama definita “lunga quanto una baionetta”, urlando la frase “abbasso il Papa, abbasso il Vaticano Secondo!”. La sicurezza riuscì a intercettarlo e a impedirgli di compiere qualsiasi gesto irrazionale o, almeno, così parve in quel momento. Infatti, si legge sul quotidiano, nel 2008 don Stanislaw Dziwisz, storico segretario del Papa, ammise che in quella circostanza Wojtyla era stato ferito.