VERSO NUOVO GRUPPO DI CENTRODESTRA? LE MANOVRE EXTRA POPOLARI E CONSERVATORI

Il tourbillon sulle nomine dei “Top Jobs” in Ue non è certo l’unico elemento di forte instabilità che l’Europa sta vivendo a livello politico dopo i risultati delle Elezioni Europee: i numeri dei gruppi politici che si andranno a formare in Parlamento nella prima plenaria del 16 luglio 2024 non sono ancora del tutto certi e non solo perché manca l’ufficialità dei 76 eletti italiani (dal Comune di Roma i ritardi nello spoglio hanno costretto ad un surplus di verifica del Tribunale). Dopo il “sorpasso” segnato dal gruppo ECR di Giorgia Meloni a Renew di Macron – divenendo di fatto il terzo gruppo per numero seggi nel nuovo Europarlamento (e scatenando le ire della Premier italiana che denuncia l’esclusione dal tavolo delle trattative nonostante abbia più voti del gruppo liberale) – alcune manovre in corso potrebbero variare ulteriormente gli scenari.



Ad oggi infatti, se nulla varierà ancora, l’Eurocamera presenta questi 720 seggi di parlamentari eletti: PPE (Popolari) con 186, S&D (Socialisti) 134, ECR (Conservatori) 83, Renew (Liberali) 72, Verts-ALE-G-EFA (Verdi) a 53 seggi, LEFT (Sinistra) con 36, non iscritti sono 46 mentre 55 i restanti ancora “in bilico”. Secondo quanto scrive oggi la rivista “Politico” si è un 50% di possibilità che preso il gruppo PiS possa uscire dai Conservatori e andare a formare un nuovo gruppo di Centrodestra rispondendo all’appello del Premier ungherese Viktor Orban: con 20 seggi eletti nel gruppo ECR, l’ex Partito di maggioranza in Polonia (con l’uscente ex Premier Morawiecki) vorrebbe costituire una “piattaforma geografica” per riunire le istanze dell’ex Gruppo Visegrad, uscendo però in questo modo dal gruppo dei Conservatori e facendo ripiombare Meloni sotto la soglia di Renew (con dunque meno potere di contrattazione). «È abbastanza ovvio che potremmo essere uniti su una piattaforma geografica e non su una piattaforma ideologica. Sono sempre meno interessato a tutti quegli elementi ideologici del puzzle», ha detto l’ex primo ministro polacco.



NUOVO PARLAMENTO EUROPEO IN SUBBUGLIO: COME POTREBBERO CAMBIARE I NUMERI DEI GRUPPI UE

Sempre secondo “Politico” il nuovo gruppo di Centrodestra “invocato” da Orban potrebbe avere una composizione di circa una cinquantina di parlamentari eletti, tra cui: i 20 del PiS (oggi in ECR); 10 seggi di Fidesz (oggi tra i Non Iscritti); 7 seggi del partito ANO di Andrej Babiš (usciti da Renew Europe); 4 del Partito Democratico Sloveno di Janez Janša (oggi nel PPE). Ad essi si aggiungerebbe anche il seggio della delegazione lituana di LLR-KSS – attualmente nei Conservatori – con l’eletto Waldemar Tomaszewski: «Possiamo avere un grande gruppo», ha commentato sempre a “Politico”.



Il progetto Orban-PiS-Babis agita dunque diversi gruppi politici del prossimo Europarlamento, su tutti i Conservatori e lo stesso PPE in quanto perderebbero unità fondamentali per la tenuta dei prossimi 5 anni di politiche Ue. A tutto questo, va segnalato come anche il KDNP ungherese, i democristiani di Centrodestra, abbia annunciato l’addio al PPE dopo l’ingresso di TISZA, il movimento di Péter Magyar, nemico storico di Orban: «il PPE si è spostato a sinistra e ha perso la sua identità, non è più il partito creato dai suoi fondatori democratici cristiani. La sua dottrina pro-guerra si oppone all’impegno a favore della pace che era alla radice dell’Unione Europea. Continueremo a rappresentare gli interessi degli ungheresi e della democrazia cristiana il nostro eurodeputato continuerà a lottare per i cristiani perseguitati», fanno sapere i vertici dei democristiani di Budapest. La prima plenaria del 16 luglio è ormai alle porte ma questi numeri sono tutt’altro che “blindati” per i gruppi politici: PPE rimarrebbe primo gruppo ma con meno seggi, ECR sarebbero contro-superati da Renew e il gruppo ID, già impegnato nella complessa vicenda di Afd, resterebbe fuori dalla trattative per il nuovo gruppo di Centrodestra. Tutto questo insomma non aiuta una già di per sé complessa trattativa per la formazione della nuova Commissione Ue.