Pronti via, la prima immagine del Festival di Sanremo 2021 in mondovisione è un segno della croce del conduttore-direttore artistico Amadeus e il gesto non è sfuggito alla pletora di critici che immediatamente si è alzata dopo la prima serata della kermesse: «Era un po’ tutto concordato. Amadeus, che è un professionista, non il primo che capita, e la regia del Festival di Sanremo, hanno voluto inserire quel gesto, e in questo senso a me sembra davvero poco opportuno», è il commento del segretario dell’Uaar – Unione Atei Agnostici Razionalisti – Roberto Grendene.



Se sui social il gesto di Amadeus è passato tra lo scaramantico e l’ironico, a diverse categorie di atei ma anche musulmani non è stato gradito affatto quel segno, considerato addirittura offensivo e discriminatorio delle “minoranze”: «Mi chiedo: come sarebbe stata presentata la stessa situazione se anziché fare il segno della croce, Amadeus avesse esposto la nostra tessera in mondovisione? Probabilmente ci sarebbero state delle proteste, dicendo che Amadeus aveva occupato lo spazio pubblico promuovendo la sua concezione del mondo. E questo è ciò è successo», prosegue ancora l’Unione degli Atei all’Adnkronos.



POLEMICHE SU AMADEUS ANCHE DAL MONDO ARABO

Amadeus ha poi spiegato nel corso della serata che quel gesto rappresentava la volontà di un buon augurio all’intera kermesse di Sanremo ma anche un pensiero al Paese per quanto ha patito nel corso dell’ultimo anno, vedi pandemia Covid: «Si è parlato, anche al nostro interno, di libertà di espressione, ma sappiamo benissimo come funziona, sono scelte della regia. Non è che è un conduttore di una trasmissione o addirittura un giornalista che legge le notizie, può scegliere il tipo di abbigliamento, gli ornamenti, le spille che mette. Per cui è ovvio che c’è una scelta dell’emittente, in questo caso del servizio pubblico», conclude l’Uaar.



Molto critico anche Foad Aodi, presidente Co-Mai – Comunità del mondo Arabo in Italia: «Non mi sento di dire che Amadeus ha sbagliato, rispettiamo ogni gesto individuale che viene dal profondo del proprio credo, però, a meno che non si sia trattato di un gesto spontaneo, lavorando in una televisione pubblica e sapendo che si parla anche a una platea di laici, atei, ebrei, musulmani, forse avrebbe dovuto tenerne conto». In difesa di Amadeus invece altre persone nel mondo islamico, come l’Imam di Catania, Abdelhafid Kheit «ribadisco come quello del conduttore, sia stato un bel gesto perché, oggi più che mai, abbiamo bisogno della preghiera e della spiritualità, in privato e in pubblico, per accompagnare e supportare ogni gesto quotidiano in un periodo di grande difficoltà come quello che investe il mondo». Uno che a Sanremo c’è stato e non poche polemiche aveva generato è Povia che in merito al segno di croce del conduttore sposa in pieno la linea “difensiva” «L’identità occidentale nasce da tre città, Roma, Atene, Gerusalemme. Pensiero giuridico romano, pensiero filosofico greco e Cristianesimo. Il segno della croce, credenti o non credenti, è cultura che non si può rinnegare. Perché le polemiche non si scatenano anche quando i giocatori di calcio lo fanno a inizio partita».