Proseguendo la linea di “rivoluzione” interna al Vaticano nella gestione delle finanze e del tesoro della Santa Sede, Papa Francesco ha nominato come nuovo segretario dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) il laico Fabio Gasperini: 58 anni, dottore commercialista e revisore contabile da oltre 25 anni collabora con diverse istituzioni finanziarie di primo livello (assicurazioni, banche, società di asset management) fino ad oggi dove guida come Presidente del Consiglio di amministrazione la EY Advisor S.p.A.



Il laico nominato dal Papa è anche membro del Comitato esecutivo Advisory Service EMEIA e dell’AIIA (Associazione Italiana Internal Auditors), responsabile europeo del settore Banking e Capital Market e responsabile italiano degli Advisory Services per il settore finanziario. Gasperini prende così il posto che era stato occupato da Monsignor Mauro Rivella fino allo scorso aprile n.2 dell’Apsa. Il manager di Ernst & Young ha avuto un passato come nel governatorato dello Stato di Città del Vaticano ma oggi acquisisce un titolo e un’importanza capitale all’interno di quella considerata la “banca centrale” del Vaticano.



UN LAICO ALLA “BANCA CENTRALE” DEL VATICANO

Dopo i presunti scandali e il tema sempre molto delicato dei fondi interni alla Santa Sede, Fabio Gasperini è chiamato dal Papa a razionalizzare gli investimenti: come riporta Aci Stampa, un primo “assaggio” lo si è avuto già con il taglio di nove holding svizzere «nate dopo la Conciliazione per gestire il denaro della compensazione dello Stato italiano che sono state ora assorbite in una sola società». Secondo la riforma della curia vaticana, Papa Francesco intende – come già inserito nella Praedicate Evangelium – rendere tutti i mandati in Vaticano di durata massima 5 anni, prorogabili una volta sola.



Non solo, scegliendo un laico non inserito nelle dinamiche del clero, si interrompe la tradizione della presenza forte della Cei all’interno della amministrazione: già il presidente di Apsa è Nunzio Galantino (già segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana), con la scelta di Gasperini si è voluto rendere meno “pressante” la presenza della chiesa italiana nella gestione di investimenti e finanziamenti della Santa Sede. La costituzione Pastor Bonus qualifica l’Apsa come ufficio cui spetta «amministrare i beni di proprietà della Santa Sede, destinati a fornire fondi necessari all’adempimento delle funzioni della Curia romana», e anche i beni mobili ad esso affidati da altri enti della Santa Sede». Nei fatti però, all’Apsa compete la gestione dei rapporti patrimoniali al di fuori della Città del Vaticano oltre ad avere intitolati i beni immobili della stessa Sede apostolica. Come riporta bene Aci Stampa, sul settore finanziario l’APSA è considerata come una banca centrale, ed è «l’investitore istituzionale-governativo dello Stato della Città del Vaticano e opera esclusivamente per conto e nell’interesse degli organi della Santa Sede».