A Parigi sei chiese sono state vandalizzate da una mano anonima la scorsa settimana. Da inizio 2023, gli atti vandalici hanno colpito ben quindici luoghi sacri fra statue decapitate o distrutte e dipinti vandalizzati. Karen Taïeb, vicesindaco di Parigi con delega al patrimonio, ha denunciato un “grave e ricorrente problema di sicurezza” chiedendo alla polizia di “aumentare ulteriormente le ronde intorno ai luoghi di culto”. Ci sono però importanti novità in merito a questi gravissimi fatti.



Il quotidiano francese Le Figaro ha annunciato che due persone sono state fermate in seguito agli atti vandalici commessi sulle chiese parigine. Nel mese di gennaio era stato arrestato un uomo di origine ucraina, subito ricoverato nell’infermeria psichiatrica della polizia, che sarebbe stato l’autore di tre incendi dolosi appiccati in altrettante chiese nella zona est di Parigi. Per i fatti più recenti, invece, venerdì scorso è stata fermata una persona originaria dell’Angola, con un permesso di soggiorno valido, che secondo le autorità sarebbe affetta da una malattia psichiatrica e pertanto è stata condotta in ospedale. Questi due arresti però potrebbero non essere sufficienti a proteggere le chiese da ulteriori atti vandalici.



Atti vandalici nelle chiese di Parigi, “parrocchiani terrorizzati”

L’opposizione francese di destra definisce “preoccupante” l’aumento vertiginoso di atti vandalici compiuti nelle chiese, al punto da voler domandare al Consiglio di Parigi “una vera strategia per la messa in sicurezza” dei luoghi di culto, invocando un impegno da parte della città per riparare i danni nelle chiese di proprietà del Comune. Tra i luoghi sacri colpiti da un soggetto non ancora identificato, le chiese di Saint- Eustache e Notre-Dame-de-Lorette, dove tra le altre cose è stato danneggiato il grande quadro di Henri de Caisne raffigurante Santa Teresa d’Avila, appena restaurato e ora sfregiato da tre grandi fori. Padre Pascal Génin, della chiesa di Notre-Dame-de-Lorette, ha spiegato Le Figaro che il responsabile dello sfregio “era già venuto il 10 gennaio, quando stavo celebrando la messa”, gridando a gran voce la parola “pedofili”.



Secondo il religioso, l’uomo “non sembrava ubriaco, parlava normalmente e sembrava pienamente consapevole di cosa stava facendo”, mentre “i parrocchiani erano terrorizzati”. Dopo essersi consultato con altri sacerdoti parigini, padre Pascal Génin ha concluso che “le foto scattate in ciascuna delle chiese che sono state vittime degli stessi fatti confermano che si tratta dello stesso individuo”. E per il futuro afferma che “saremo molto più vigili e se non ci sarà nessuno che si occuperà dell’accoglienza, saremo costretti a chiudere la nostra chiesa”.