Selahattin Demirtas, leader curdo, è stato condannato a 42 anni di carcere in Turchia. Un tribunale di Ankara ha imputato al leader vari capi d’accusa, tra cui quello di aver “aiutato a distruggere l’unità e l’integrità territoriale dello Stato”. Il curvo sarebbe inoltre colpevole di avere “incitato il pubblico a disobbedire alla legge” nel corso di un comizio andato in scena nel 2016. Come spiegano i media turchi, proseguirà dunque la carcerazione di Demirtas, che si trova dietro le sbarre dal 2016 per via della condanna ad altri capi d’accusa.
Come spiega Agenzia Nova, i pubblici ministeri avevano chiesto l’ergastolo per 36 imputati differenti, tra cui Demirtas. I fatti sono relativi al 2014, quando nel corso di violente manifestazioni furono uccise 37 persone nel Paese. Ma chi è Demirtas? Parliamo di un avvocato e attivista per i diritti umani oltre che fondatore di Amnesty International a Diyarbakir. Non finisce però qui: il curdo è anche ambientalista e si batte da tempo per i diritti degli omosessuali.
Selahattin Demirtas e l’impegno politico
Parlando della sua politica, invece, a Selahattin Demirtas viene riconosciuto il merito di aver portato i curdi fuori dal loro ambientalismo nazionalista dopo trent’anni di conflitto armato. Originario del Kurdistan turco, per la prima volta ha concorso alle elezioni in Turchia nel 2014, arrivando terzo. Nel tempo ha rivoluzionato e ammodernato il partito curdo. Proprio durante la campagna elettorale Erdogan, suo oppositore, lo aveva definito “infedele”: lo ha inoltre più volte accusato di essere volto del Pkk, partito fuorilegge in Turchia.
Nel 2018, alle elezioni presidenziali, Demirtas si è presentato come candidato dal carcere (il primo in Turchia a farlo), dove era detenuto in attesa di giudizio. Non ha potuto invece partecipare al referendum costituzionale del 2017 in quanto ancora dietro le sbarre: le privazioni della libertà sono costate alla Turchia una condanna dalla Corte europea dei diritti umani.