Annullata in Cassazione l’assoluzione di Selene Ticchi, l’attivista di estrema destra che il 28 ottobre 2018 si presentò ad una commemorazione della marcia su Roma con una t-shirt nera su cui era impressa la scritta “Auschwitzland”. Tutto è rimandato alla procura di Forlì, che dovrà valutare se rifare tutto da capo o meno. Il motivo della decisione della Suprema Corte è legato al reato contestato, che deve essere diverso da quello indicato dalla procura e dai giudici di primo grado.



Secondo la Cassazione, il reato da contestare non è la violazione dell’articolo 2 della legge Mancino, bensì l’articolo 604 bis del codice penale, perché quello dell’esponente di Forza Nuova non sarebbe stata incitazione alla discriminazione, tramite l’ostentazione di simboli particolari, ma incitamento fondato sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull’apologia della Shoah. In primo grado, la pm forlivese Laura Brunelli aveva chiesto la condanna a 9 mesi di carcere e una multa di 600 euro. Ma Selene Ticchi fu assolta perché mancavano prove sulla “portata distintiva” del logo “Auschwitzland” «e sul fatto che questo possa essere riferibile a un’organizzazione che nell’attualità persegue finalità di incitazione alla discriminazione».



LE POLEMICHE DOPO LA COMMEMORAZIONE DELLA MARCIA SU ROMA DEL 2018

Dopo l’assoluzione, ad occuparsi del caso fu la procura stessa che presentò direttamente ricorso in Cassazione, ritenendo che al contrario il simbolo fosse ben noto, in quanto usato, tra l’altro, da altri gruppi che si fondano sull’apologia della Shoah. La vicenda risale all’ultima domenica di ottobre, scelta dai manifestanti in camicia nera di tutta Italia per un raduno a Predappio, paese natale di Benito Mussolini. Lì ogni anno viene ricordata la marcia su Roma del 1922 e l’inizio del potere fascista.



Selene Ticchi, militante di Forza Nuova e candidata sindaca a Budrio nel 2017 per “Aurora Italiana”, si presentò all’evento e si fece fotografare con una maglietta nera su cui era impressa in bianco la scritta “Auschwitzland” con i caratteri tipici della Walt Disney. Scoppiò subito una polemica con toni molto accessi e si arrivò al rinvio a giudizio. Da evidenziare che, però, Forza Nuova prese subito le distanze da tale iniziativa.