Singolare e drammatica a livello personale la storia che arriva dall’Emilia Romagna nei giorni caldissimi delle Elezioni Regionali 2020: un dipendente della società A3S, che lavora all’Interporto di Bologna per la multinazionale della logistica Schenker, si è scattato un selfie con Matteo Salvini lo scorso 18 novembre 2019 durante la visita del leader leghista allo zuccherificio di Minerbio Coprob. Per questo motivo l’uomo, sindacalista della Filt-Cgil sposato con 3 figli, è stato licenziato dalla sua azienda pochissimi giorni fa, la sera del 22 gennaio 2020: secondo la ditta Cristian Lanzi, 47 anni di Granarolo Bologna, era in malattia dal 2 ottobre quando si è scattato il selfie con il leader della Lega (e tra l’altro inquadrato dalle immagini di una tv locale): «Era personalmente alla visita del segretario della Lega a Minerbio, benché fosse in malattia dal 2 ottobre. […] Quella foto sorridente avrebbe indispettito, non poco, anche i suoi colleghi di lavoro, soprattutto in considerazione della sua carica di Rsa», scrive l’azienda spiegando i motivi del licenziamento in tronco comunicato a Lanzi pochi giorni fa.
IL SINDACALISTA LICENZIATO “CE L’HANNO CON ME PERCHÈ LEGHISTA”
Il sindacalista della Cgil è assunto a titolo indeterminato dallo scorso 2020 proprio presso la Schenker e il suolo ruolo è quello di carrellista per la movimentazione merci: come spiegano però i suoi avvocati a Il Resto del Carlino, l’operaio è in malattia dal 2 ottobre con «prognosi al 6 dicembre per una patologia, certificata e documentata dal medico generico, dalla specialista dell’Ausl e confermata dai farmaci somministrati». La patologia sarebbe di origine “depressione ansiosa” e per questo motivo è previsto dallo stesso medico, spiega il sindacalista Cgil a Il Fatto Quotidiano, «di uscire di casa e avere rapporti con altre persone fuori dagli orari di reperibilità delle visite fiscali». Il 18 novembre Salvini fa una visita allo zuccherificio di Minerbio per solidarizzare con gli operai che potrebbero essere colpiti dalla “Sugar Tax” della prossima Manovra di Bilancio e così Lanzi decide di andare a seguirlo: «Una tv locale mi ha ripreso, mi hanno visto dei colleghi e qualcuno lo ha detto ai miei superiori. Poi, tre giorni fa, è arrivata la lettera di licenziamento. Ce l’hanno con me perché sono leghista», attacca il sindacalista licenziato. Il selfie con Salvini, sottolineano i suoi avvocati, «è delle 16.10, fuori dall’orario di reperibilità che, come noto, per i dipendenti privati al pomeriggio va dalle 17 alle 19»; l’azienda replica però che non avrebbe replicato lo stesso Lanzi alla lettera di contestazione disciplinare giunta il 25 novembre scorso. Eppure Lanzi afferma di non aver mai ricevuto tale lettera, «Anche perché avrei risposto immediatamente e spiegato le motivazioni con certificati e portando pure i medici». La contesa ora, inevitabilmente, si sposterà in tribunale.