A Sellafield, il sito nucleare più tossico d’Europa, si parla di fughe radioattive da almeno 3 anni. Nel 2020 ci fu una fuoriuscita di materiale da una vasca che, pur non avendo comportato alcun rischio per la popolazione, fece aumentare la preoccupazione. L’intervento di riparazione durò 9 mesi. Ulteriori indagini di recente hanno evidenziato la presenza di altre crepe in corrispondenza del B30, un bacino che contiene fanghi tossici che provengono da barre di combustibile nucleare ormai dismesse. Secondo il Committee on Medical Aspects of Radiation in the Environment le perdite sarebbero pari a circa 2,5 m3 al giorno.
Se, da un lato, queste sono soltanto supposizioni e non ci sono dati effettivi su cui ragionare, quel che è certo è che l’edificio situato nel Regno Unito è fatiscente. Un documento inviato ai membri del consiglio di amministrazione di Sellafield nel novembre del 2022 e visionato dal Guardian ha sollevato di recente delle preoccupazioni diffuse sul degrado della sicurezza nel sito, avvertendo del “rischio cumulativo” derivante da carenze che vanno dalla sicurezza nucleare all’amianto agli standard antincendio. Il rapporto afferma che gli eventi che potrebbero innescare un rilascio nell’atmosfera di rifiuti radioattivi presso l’impianto sono numerosi, tra cui esplosioni e incidenti aerei.
Sellafield, fughe radioattive da 3 anni: è sito nucleare più tossico d’Europa, quali rischi
Il pericolo rappresentato da Sellafield, il sito nucleare più tossico d’Europa, è addirittura superiore a Chernobyl. L’impianto infatti contiene una quantità significativamente maggiore di materiale radioattivo. È anche per questo che l’intera Europa e non solo è preoccupata. Le autorità della Norvegia temono che un incidente sul sito potrebbe provocare un innalzamento di particelle radioattive che verrebbero trasportate dai venti dominanti da sud-ovest attraverso il Mare del Nord, con conseguenze potenzialmente devastanti per la produzione alimentare e la fauna selvatica del Paese. È per questo che ci sarebbero delle tensioni tra i due Stati. “Il Governo inglese non può gestire qualcosa di così pericoloso con un budget ridotto e senza trasparenza”, ha affermato un funzionario di Oslo.
Anche gli Stati Uniti osservano la questione, dato che i due Paesi hanno una relazione decennale sulla tecnologia nucleare. Non c’è, in tal senso, molta fiducia nei confronti di Londra per quel che concerne il modo in cui si sta gestendo la sicurezza nell’impianto. Anche in virtù dei recenti rumors su un presunto attacco hacker ai sistemi da Cina e Russia. Ora molte parti accusano il Regno Unito di “nascondere la polvere sotto il tappeto”.