Chiara Ferragni come «Alice nel Paese delle meraviglie»: il paragone è di Selvaggia Lucarelli, che torna all’attacco dell’influencer all’indomani della notizia di un accordo con l’Antitrust che prevede il versamento di 1,2 milioni di euro all’associazione “I Bambini delle Fate” in cambio della chiusura dell’istruttoria, mentre Dolci preziosi dovrà versarne 100mila. A differenza del caso Balocco, questo delle uova di Pasqua si chiude per la giornalista del Fatto Quotidiano senza che i consumatori vengano messi al corrente dell’esito delle indagini: non si parla di promozione ingannevole, non si spiega qual è la violazione commessa da Chiara Ferragni e Creaitalia per la quale si è arrivati a tale intesa.
Dalla lettura del comunicato si evince che c’è solo una frase che sembra alludere a qualche responsabilità dell’imprenditrice digitale, cioè che la donazione è «una misura idonea a ristorare i consumatori che, acquistando il prodotto, volevano fornire un contributo economico a “I Bambini delle Fate”». Pertanto, Selvaggia Lucarelli ritiene che i legali di Chiara Ferragni siano riusciti a strappare le migliori condizioni possibili in una vicenda complicata e delicata. «Ovviamente, la promozione ingannevole è avvenuta altrimenti non si sarebbe arrivati a un accordo che include una donazione così cospicua», precisa la giornalista, secondo cui questo epilogo tutela la reputazione dell’influencer.
“CHIARA FERRAGNI SI NASCONDE DI NUOVO DIETRO LA BENEFICENZA”
Nel suo editoriale Selvaggia Lucarelli rimarca però altri aspetti bizzarri di questa vicenda: dalla felicità espressa da Chiara Ferragni riguardo il risultato dell’istruttoria dell’Antitrust, cioè la donazione di un contributo economico volontario (quindi non parla di sanzione), al link in fondo al comunicato per iscriversi alla sua newsletter con uno sconto sui prodotti del suo brand. «Insomma, ora l’influencer mescola i comunicati sugli accordi con l’antitrust alle sue operazioni commerciali, sta migliorando», ironizza la giornalista sulle colonne del Fatto Quotidiano. Ma si fa seria quando si tratta di analizzare la fine di questa vicenda: ritiene che sia «un precedente pericoloso» il fatto che abbia potuto stringere un accordo grazie al suo potere economico, «perché per aggirare una sanzione con una donazione bisogna poterselo permettere».
Selvaggia Lucarelli rimarca come alla fine debba dare soldi a un ente benefico, sotto forma di donazione, anziché dare la stessa somma all’Antitrust come sanzione. «In pratica ancora una volta la beneficenza è uno scudo per la sua immagine». Questo per la giornalista che ha fatto scoppiare il caso Balocco, e quelli a seguire, conferma che l’influencer non si assuma le sue responsabilità, provando a passare di nuovo per virtuosa. Ma Selvaggia Lucarelli evidenzia anche che la donazione, fiscalmente detraibile, finisce a un ente privato, non pubblico.