Selvaggia Lucarelli e la perquisizione in casa: “Cercavo Leon”
La giornalista Selvaggia Lucarelli, attraverso il suo profilo social e in un editoriale su Domani, ha raccontato di un fatto increscioso che le è capitato alcuni giorni. Era lo scorso giovedì mattina quando sei carabinieri hanno bussato alla sua porta per eseguire una perquisizione a seguito di una indagine coordinata dall’Antiterrorismo. Il mandato di perquisizione riguarda il figlio minorenne Leon, che quel giorno è in gita scolastica. Tutta farebbe riferimento ai fatti accaduti lo scorso 17 novembre durante un corteo per la giornata nazionale degli studenti, nel quale pare che Leon avrebbe turato un palloncino di vernice rossa (sembrerebbe lavabile) sulla vetrina di una banca. Per questo gli sarebbe stato contestato il reato di deturpamento e imbruttimento di cose altrui. I militari cercavano le prove per “inchiodarlo” ed alla fine, secondo il racconto di Selvaggia, avrebbero portato via un tablet del giovane.
La perquisizione che avrebbe coinvolto il dipartimento Antiterrorismo, scrive ancora Selvaggia Lucarelli, sarebbe avvenuta dunque solo per un uovo di vernice forse lanciato da un minorenne (o magari da più persone) imbrattando la vetrina di una banca ‘rea’ di “Investe nelle armi e nei combustibili fossili”. Due mesi dopo, gli stessi ragazzi subirono manganellate nelle piazze d’Italia per aver espresso il loro pensiero sul fatto che nessun ragazzo dovesse morire per colpa dell’alternanza scuola-lavoro.
Selvaggia Lucarelli, il suo commento sui “manganellatori” e la mancata indagine
Anche Leon, il figlio di Selvaggia Lucarelli, avrebbe subito una di quelle manganellate “in testa senza che avesse toccato nessuno o lanciato oggetti. Vista la violenza del colpo, l’ematoma dopo quattro mesi non è ancora riassorbito”. Alla luce della perquisizione subita, seppur in assenza di Leon, la giornalista ha aggiunto: “Ora, non sta a me ma a un giudice stabilire quale sia la giusta punizione (le cose altrui non si imbrattano, siamo d’accordo) ma la sproporzione tra un’azione così invasiva e traumatica e i fatti contestati è abnorme e preoccupante”.
Pare, scrive ancora la Lucarelli, che a distanza di diversi mesi nessuno abbia ancora accertato le responsabilità presunte dei manganellatori e nessun provvedimento sia stato preso nei loro confronti. “In compenso, si sta provvedendo a punire tantissimi ragazzi tra i manganellati di Roma, Torino, Napoli e Milano”, aggiunge la giornalista. Selvaggia Lucarelli ha ricordato come negli ultimi dieci giorni siano diversi i ragazzi in tutta Italia i quali avrebbero subito perquisizioni ed arresti, tutti rei di aver aderito al dissenso per fatti apparentemente non correlati. “Insomma, da una parte inviamo armi all’Ucraina, dall’altra trattiamo come delinquenti ragazzi che chiedono di smettere di fare affari con la Russia e di inquinare il pianeta. Ragazzi a cui, durante le perquisizioni, è stato chiesto di spogliarsi e fare flessioni, per umiliarli”, scrive la giornalista sul Domani.
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