Nel dibattito che si è creato sulla questione dell’aborto, a causa delle dichiarazioni di Matteo Salvini in un comizio, si inserisce Selvaggia Lucarelli con una testimonianza molto forte. Lo fa con un articolo pubblicato su TPI, il sito di cui è responsabile per quanto riguarda la sezione cronaca e spettacoli. La giornalista sceglie di raccontare una vicenda molto privata della sua vita per rispondere al leader della Lega, secondo cui le donne intasano i pronto soccorso per abortire anche più volte nell’arco di poco tempo. Chiaro che Salvini abbia confuso l’aborto con la contraccezione, visto che non ci si reca in pronto soccorso per abortire, ma il punto è che Salvini sbaglia interlocutore. E quindi Selvaggia Lucarelli si espone in prima persona. «Ho abortito. Volontariamente. Più di una volta. Due o cinquanta, sono fatti miei, e in realtà anche quello che nella vita ho deciso di fare del mio corpo erano fatti miei, finché ho sentito che non lo erano più». La giornalista conclude invece così: «Usa me, per la tua propaganda, se hai coraggio. Giudica il mio stile di vita. Io non giudicherò il tuo. Giudico il tuo stile nel fare politica. Che è quello – sempre – di chi ogni giorno prova a rosicchiare qualcosa dei diritti fondamentali di tutti noi».
SELVAGGIA LUCARELLI A MATTEO SALVINI “HO ABORTITO PIÙ VOLTE”
Sui social Selvaggia Lucarelli spiega poi il motivo per il quale ha deciso di scrivere questo articolo che è molto intimo. «Erano fatti miei, e infatti non lo sapeva nessuno, neanche chi pensava di sapere tutto di me. Ma ci sono temi che sono di tutti e sui quali non va permesso a Salvini di fiatare. Uno di questi è l’aborto e il mio, il nostro diritto inattaccabile di decidere». Così su Twitter la giornalista, secondo cui Matteo Salvini ha parlato di una cosa che non sa, che afferma di aver sentito da alcune infermiere che, se così fosse, avrebbero disatteso quel segreto professionale che sono tenute a rispettare. Inoltre, Selvaggia Lucarelli invita il leader della Lega a non attaccare le donne straniere, ma a confrontarsi con tutte le donne, anche quelle che non gli sono vicine. E lo fa affermando che non si possono conoscere le sensazioni di una donna che decide di abortire, perché cambiano a seconda delle donne che si presentano in ospedale. E quindi sfida il politico a fare la morale sull’aborto a tutte le donne, non solo quelle straniere.