Selvaggia Lucarelli attacca Ermal Meta dopo le sue dichiarazioni sui fatti di Palermo
Le parole di Ermal Meta sullo stupro di Palermo hanno spaccato il web. C’è chi ha appoggiato l’opinione del cantante e la durezza del suo giudizio e chi invece l’ha criticata. In questa seconda categoria si colloca Selvaggia Lucarelli, che nelle sue stories di Instagram ha detto la sua sull’intervento di Meta, criticandolo.
In particolare il post messo in discussione dalla giornalista è il seguente: “Quando stupr1 una donna non le infliggi solo un danno fisico che comunque resta immenso. Quando stupr1 una donna uccidi il suo futuro, la sua fiducia nel prossimo e nella vita e senza quella fiducia comprometti la sua capacità un domani persino di avere dei figli. Questo compromette l’umanità intera. Lo stupr0 è un crimine contro l’umanità. Qual è la pena proporzionale per una cosa del genere?”.
Selvaggia Lucarelli e Ermal Meta, botta e risposta social al veleno
Lucarelli ha dunque ripreso questo tweet di Ermal Meta lanciando una stoccata: “Cantanti che scrivono tweet forcaioli che manco i peggiori bandierini, giornali che li riprendono pure e poi la chicca: ‘Il popolo del web chiede giustizia’. Stupendo. Sembra una cronaca dell’inquisizione medievale”. E ha poi aggiunto: “Oh ragazzi, non stuprat3 che poi danneggiate quella macchina da riproduzione chiamata donna, compromettete l’umanità”.
La critica di Lucarelli non è passata inosservata ed è anzi arrivata fino ad Ermal Meta che ha così replicato: “Voler capire quello che si vuole, Selvaggia Lucarelli su questo è sempre sul pezzo. Forse per lei le donne sono macchine da riproduzione e mi dispiace che sia così. Si tratta di scelta e a volte capita che questa scelta venga compromessa da traumi di questa portata. Lo so per esperienza diretta, complimenti”. Il cantante non si è fermato qui e, ripostando un tweet in cui Selvaggia faceva del sarcasmo su Barbara d’Urso e le rughe, scrivendo: “Quando non hai le luci giuste e allora diventi Mano della famiglia Addams“, ha scritto: “La paladina delle donne“.