Selvaggia Lucarelli in isolamento a casa a causa della positività al Covid del figlio Leon. A rivelarlo la stessa giornalista in una serie di storie su Instagram nelle quali ha precisato che in realtà è in “auto-quarantena”, cioè ha deciso autonomamente di restare a casa, visto che nessuno l’ha contattata dall’Ats per il tracciamento. «Non l’ho detto subito, perché non mi sembrava la notizia del secolo, ma ieri Leon ha fatto un tampone molecolare perché doveva andare dai nonni ed è risultato positivo al Covid. Non aveva alcun sintomo, né li abbiamo io e Lorenzo (Biagiarelli, ndr)», ha esordito. Ha precisato anche che tutti e tre erano risultati negativi al test rapido. «Quindi, posso presupporre che anche io e Lorenzo abbiamo il Covid e non lo sappiamo. Ad ogni modo, io e lui abbiamo ricevuto tre dosi di vaccino, quindi potrebbe anche essere che l’abbiamo già avuto e ci siamo negativizzati o non lo abbiamo avuto proprio».



Selvaggia Lucarelli ha raccontato che il figlio Leon si è sottoposto al tampone ieri mattina e ha appreso di essere positivo al coronavirus nel pomeriggio. «Ma noi non siamo mai stati contattati da Ats. Non ci speravamo neanche, avendo letto migliaia di storie in questi giorni. In questo momento ci troviamo in quel limbo in cui non sappiamo cosa fare: i tamponi molecolari te li fanno prenotare moltissimi giorni dopo tramite Ats che però non ti contatta oppure privatamente».



L’ATTACCO AL GENERALE FIGLIUOLO

Quello di Selvaggia Lucarelli si è trasformato rapidamente in uno sfogo per come viene gestita attualmente l’emergenza relativa all’aumento vertiginoso dei contagi. «Se vogliamo sapere se siamo positivi dobbiamo necessariamente rivolgerci ad un laboratorio privato, e noi ce lo possiamo permettere. L’alternativa è non fare nulla e fare un test fra 7 giorni, così se siamo negativi possiamo uscire. Ora il tampone privatamente si trova con grande fatica, ma si trova e si paga tantissimo. Se ci dovessimo affidare alla sanità pubblica, avremmo appuntamenti tra una settimana-15 giorni. Se mi fissi il tampone tra due settimane, mi chiudete in casa senza ragione». Quindi, la giornalista del quotidiano Domani si è chiesta cosa accade a chi non può pagarsi tamponi da 100 euro l’uno, consapevole che è la situazione in cui si trovano tantissimi italiani. Questo l’ha spinta ad attaccare il commissario straordinario all’emergenza per la frase di cui vi abbiamo parlato ieri: «Come fa il generale Figliuolo a fare ironia sulla situazione che stiamo vivendo? Io voglio ricordare al signore in mimetica che queste sono anche vacanze per migliaia di italiani, che le hanno trascorse in coda nelle farmacie. Tanti bambini non si sono goduti il Natale, tanti adulti hanno dovuto disdire le vacanze perdendo dei soldi, come è successo a me. Io per Ats non esisto, così come tantissimi italiani».



L’APPELLO E LA RIFLESSIONE SUL BOOSTER

La situazione, da un punto di vista prettamente concreto, è che chi ha il buonsenso di restare a casa si impone l’auto-quarantena, altrimenti si esce per sfuggire alla “prigione”, con i rischi facilmente immaginabili. «Per favore, risolvete questa situazione. Io starò in casa questa settimana, mi pagherò i tamponi e posso permettermelo, ma altri no. Questa adesso è una situazione grave soprattutto in Lombardia e Toscana, ma presto questa situazione si manifesterà in tutta Italia. È una emergenza nazionale, fatelo soprattutto per i giovani che si ritrovano chiusi in casa», l’appello di Selvaggia Lucarelli. Sui social però ha sollevato anche un’altra questione destinata a far discutere: «Se saltano i tracciamenti e molti di noi faranno i tamponi troppo tardi, come si gestirà la questione booster? Finita la fila per i tamponi, faremo le file per i sierologici? Tra l’altro sappiamo che il sierologico non ci dice granché sulla protezione. E comunque abbiamo gli anticorpi per via dei vaccini precedenti. Ripeto, che casino». Tenendo conto del fatto che molti possono contagiarsi senza saperlo o senza riuscire a fare un tampone molecolare in tempo prima che ci si negativizzi, la questione booster diventa a dir poco complicata. «Perché se non abbiamo già fatto la terza dose o rimaniamo senza super green pass o ci facciamo il vaccino avendo avuto il Covid da pochissimo. Cosa che in teoria non andrebbe fatta. Passeremo alle file per i sierologici? Che casino».