Archiviata l’accusa di diffamazione nei confronti di Selvaggia Lucarelli e del Fatto Quotidiano per gli articoli su “Doppia difesa”, l’associazione dell’avvocato Giulia Bongiorno, nonché parlamentare della Lega, e della conduttrice Michelle Hunziker per supportare le donne vittime di violenza di genere e di stalking. La richiesta della procura di Cagliari è stata accolta, in quanto «le circostanze di fatto riportate nell’articolo dalla Lucarelli hanno trovato riscontro, sicché non appare violato il citato canone di verità», è scritto nel decreto di archiviazione. Nel 2018 la giornalista, tramite le pagine del giornale di Marco Travaglio, aveva segnalato che era difficile contattare telefonicamente la Fondazione Doppia Difesa e che le mail inviate restavano senza risposta. Bongiorno aveva bollato l’articolo asserendo che era «costellato di falsità e chiaramente denigratorio». Dopo la denuncia, il fascicolo è stato trasferito per competenza alla procura di Cagliari, perché lì era stata stampata la prima copia del quotidiano. La polizia postale ha acquisito i tabulati telefonici di Selvaggia Lucarelli per verificare le telefonate a Doppia Difesa.



Invece, l’audizione dell’ex segretaria generale della Fondazione, Maria Giuseppina Laganà, ha permesso di verificare che «la struttura era composta da una segretaria e, a rotazione, da personale con competenza legale», inoltre la Fondazione disponeva di due linee telefoniche e la ricezione delle telefonate competeva alla segretaria, ma «a volte, poteva accadere che altre persone rispondessero». Per quanto riguarda le mail, era sempre la segretaria incaricata. «In ragione della struttura, non era possibile evadere le richieste quotidianamente». Ma è emerso anche che «era capitato di ricevere solleciti da parte delle utenti per essere ricontattate».



NESSUNA DIFFAMAZIONE CONTRO DOPPIA DIFESA: ARCHIVIAZIONE PER SELVAGGIA LUCARELLI

Il decreto di archiviazione riporta che l’inchiesta giornalistica di Selvaggia Lucarelli era caratterizzata da «verifiche il cui esito era stato correttamente riportato». Le considerazioni pubblicate rientrano nel diritto di cronaca e critica. Quindi, era vero che Fondazione Doppia Difesa non funzionava benissimo. Molte richieste di aiuto avevano difficoltà a essere accolte. Nelle pagine con cui il gip di Cagliari Michele Contini ha accolto integralmente la richiesta di archiviazione del pm Nicola Giua Marassi si precisa che quella della Lucarelli non fu diffamazione a mezzo stampa, ma espressione di «giornalismo di inchiesta inteso come “espressione più alta e nobile dell’attività di informazione”». Come ricostruito dal Fatto Quotidiano, c’è voluta un’indagine per ottenere giustizia. La procura di Roma, competente in una prima fase del procedimento, aveva liquidato la questione con una richiesta di decreto penale di condanna (accolta dal Gip).



Un provvedimento emesso «senza contraddittorio, sul presupposto della evidenza della colpevolezza dell’indagato, quando il pm ritiene che sia sufficiente una pena pecuniaria per chiudere la questione». Lucarelli e Travaglio si sono opposti, tramite l’avvocato Caterina Malavenda, dando così avvio al giudizio immediato. Durante la prima udienza emerse che la prima copia del giornale in cui uscì l’articolo era stata stampata a Cagliari. Da qui il trasferimento del fascicolo. Il nuovo pm ha letto le carte e delegato accertamenti alla polizia postale, trovando prove dell’innocenza della giornalista, concludendo con la richiesta di archiviazione. «Stiamo valutando altre iniziative giudiziarie rispetto a questa vicenda», il commento di Giulia Bongiorno al Fatto Quotidiano.

SELVAGGIA LUCARELLI “DOPPIA DIFESA? AVEVO RAGIONE IO”

Più articolato il commento di Selvaggia Lucarelli, le cui parole appaiono in un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano. «La fondazione della showgirl e della senatrice leghista nata per contrastare il fenomeno della violenza contro le donne era molto marketing e poca sostanza», ribadisce la giornalista. Dopo sei anni, la parola fine. In riferimento alle accuse di Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno, ricorda che «con un comunicato congiunto le due mi accusarono addirittura di un fatto gravissimo, e cioè quello di scoraggiare le vittime dal presentare denuncia». In riferimento alla showgirl, ha rievocato che alle Iene disse che l’obiettivo della giornalista era «solo volontà di gettare fango» e si disse turbata dal fatto che tutto ciò fosse opera di una donna.

«Fatto sta che oggi si può dire senza timore di sbagliare che purtroppo “Doppia Difesa”, dal 2007 al 2018 non è mai stata una fondazione dotata di una rete di personale, uffici, linee telefoniche tali da poter soddisfare le migliaia di richieste di aiuto all’anno di cui invece Hunziker e Bongiorno dichiaravano di prendersi carico (“Doppia Difesa aiuta 2.000 donne l’anno”, dicevano)», scrive oggi Selvaggia Lucarelli. Nell’articolo, la giornalista conclude che «così come per la beneficenza legata a uova e pandori, anche per il tema della violenza sulle donne diventa difficile distinguere – in questo caso – quale sia stata la percentuale di interesse per la causa e quella di interesse per il personal branding Hunziker/Bongiorno. Che hanno chiamato “Doppia Difesa” una Fondazione che di difesa ne offriva, al massimo, mezza».