Giorgia Meloni insultata dal professor Giovanni Gozzini? Per Selvaggia Lucarelli la leader di Fratelli d’Italia non merita alcuna solidarietà. La giornalista ha preso posizione nella vicenda con un lungo post pubblicato sui social che fa discutere, perché conferma che anche l’indignazione è di parte. Le fa «orrore il linguaggio del professore Giovanni Gozzini, che sconterà il suo errore come è giusto che sia». Le fa orrore «chiunque diffonda l’odio attraverso il linguaggio». Ma «proprio in virtù di ciò» è convinta di non dover esprimere alcuna solidarietà a Giorgia Meloni. Perché? Il motivo per Selvaggia Lucarelli risiede nella convinzione che la politica abbia «fatto dell’intolleranza e della divisione il suo credo politico».
L’accusa, quindi, di usare un «linguaggio più subdolamente aggressivo» per fare «leva sulle emozioni, sulle paure, sull’ignoranza e sull’identificazione del nemico in chi è fragile e diverso». Un linguaggio di cui Giorgia Meloni farebbe costantemente uso per la sua propaganda politica e così pure «molti rappresentanti del suo partito, spesso autori di post razzisti, sessisti, omofobi».
“GIORGIA MELONI NON MERITA SOLIDARIETÀ”
Selvaggia Lucarelli anziché esprimere solidarietà a Giorgia Meloni per gli insulti ricevuti, ricorda il voto contro la risoluzione Ue sul razzismo dopo il caso George Floyd. L’accusa di non avere «alcuna pietà per chi attraversa il Mediterraneo». Per la giornalista, la leader di Fratelli d’Italia è «spalleggiata da orde di sostenitori incarogniti e feroci che insultano a loro volta chiunque sia “il nemico” ha bisogno di solidarietà». Per questo, ritiene che meriti quella «solidarietà che lei riserva a migranti e comunità lgbt, tanto per citare due categorie sì fragili, sì discriminate, sì bisognose di SOLIDARIETÀ».
Una posizione discutibile ma legittima, fino a quando però Selvaggia Lucarelli arriva a dire che «il linguaggio del professore di fronte al quale ci si sdegna tanto è ben più moderato di quello modellato da anni di sua propaganda che pascola sui terreni fertili dell’odio». Per questo arriva pure ad attaccare la solidarietà «pelosa» della sinistra, che le fa «francamente abbastanza pena».
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