Selvaggia Roma: dopo cinque mesi ho perso la mia bambina

Lo scorso 25 settembre Selvaggia Roma e il compagno Luca Teti hanno perso la bambina che stavano aspettando. Sulle pagine di Chi, si racconta senza filtri come Sabrina Haddaji (questo il suo vero nome), partendo proprio da quel dolore: “Ho perso il sogno, per ora, di diventare mamma. Ho perso la bimba che per cinque mesi ho portato in grembo. Da quel momento la vita mi ha messo ko. Rialzarsi non è semplice, ma ci sto provando, ci devo provare”. È la prima volta che Sabrina ne parla pubblicamente.



Insieme al compagno avevano già scelto il nome della bambina: “Si sarebbe chiamata Mia. Una scelta voluta per creare insieme una famiglia. Tutto procedeva alla grande. Pensavamo già alla stanzetta, ai vestitini, la sentivo insieme con me. Purtroppo al quinto mese di gravidanza ho contratto un virus di quelli che non lasciano scampo in situazioni simili. Ho iniziato delle cure per tentare di guarire, ma era troppo tardi. Di lì a pochissimo il cuore di mia figlia ha smesso di battere”.

“Addio a Selvaggia Roma, benvenuta Sabrina”

Oggi Sabrina Haddaji, in arte Selvaggia Roma, sta cercando di riprendersi – grazie anche alla presenza di Luca Teti – da questo dolore indescrivibile, grazie anche all’aiuto di donne che hanno condiviso per motivi diversi lo stesso dolore: “Questo mi è servito tantissimo. Parlarne è una soluzione. Il resto lo fa l’aiuto di uno psicologo. Ne parlo proprio perché so che il dialogo mi ha salvato. Ha salvato la mia testa, mi ha impedito di impazzire”, ha raccontato a Chi. Oggi non vuole parlare di maternità, ma da grande vorrebbe sentire la voce di sua figlia che la chiama “mamma”. Intanto, lei e il compagno Luca Teti stanno pensando di sposarsi, anche se al momento non hanno ancora una data. Dal punto di vista professionale per lei è arrivato il momento di dire addio a Selvaggia Roma: “Darei anche il benvenuto a Sabrina. Mi piacerebbe che le persone conoscessero questa nuova parte di me che mi soddisfa, che è nata da un grande dolore. Ci spero“.

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