SENATO USA BLOCCA LA LEGGE PRO-ABORTO VOLUTA DAL PARTITO DEMOCRATICO

È definitivamente fallito il “blitz” del Partito Democratico Usa nell’approvare la conversione in legge della storia sentenza pro-aborto “Roe vs Wade” del 1973: con il “Women’s Health Protection Act” si trattava dell’estremo tentativo dei pro-choice di contrastare l’arrivo della sentenza in Corte Suprema (attesa verso giugno) che con ogni probabilità smonterà dopo 51 anni la legislazione sull’aborto negli Stati Uniti d’America.



Da settimane il dibattito pubblico americano si divide come da decenni tra “pro-life” e “pro-choice”, specie dopo che è emerso il parere in bozza dei giudici conservatori della Corte Suprema (che hanno la maggioranza, nonostante la new entry in quota Biden Ketanji Brown Jackson). Valutando la legge anti-aborto del Mississippi, il massimo organo istituzionale Usa si appresta in sostanza a confermarne l’impianto, mettendo così in soffitta la precedente sentenza del 1973 che invece promulgava il diritto all’aborto. Per questo motivo i Dem Usa avevano lanciato le proprie barricate, proponendo un provvedimento che potesse trasformare in legge nazionale la storica sentenza “Roe vs Wade”. La misura, introdotta dai Democratici, prevedeva «il diritto delle donne all’accesso alle interruzioni di gravidanza a livello federale». Servivano 60 voti per essere approvato in Senato, ma è stato definitivamente bloccato con 49 voti a favore, 51 contrari: tutti i repubblicani hanno votato compatti contro, con loro anche un senatore Dem (Joe Mahncin) che si è schierato con i conservatori.



IRA BIDEN CONTRO GOP E CORTE SUPREMA

Nel pieno dei timori per inflazione e guerra in Ucraina, il Presidente Joe Biden ha dedicato attenzione e commenti a quanto sta avvenendo a livello nazionale sul tema sempre molto delicato dell’aborto. Dopo le forti critiche di metà circa della Chiesa Americana, che contesta al politico cattolico Biden il permettere leggi contro la vita, il n.1 Dem continua a difendere la bontà del “diritto all’aborto”, rivendicando nuove azioni per “combattere” l’imminente sentenza della Corte Suprema (di cui tra l’altro non è affatto già deciso nulla).



«Continueremo a combattere per le donne. […] Questo fallimento arriva in un momento in cui i diritti costituzionali delle donne sono oggetto di un attacco senza precedenti e va contro la volontà della maggioranza del popolo americano», ha spiegato Biden commentando lo stop del Senato al provvedimento a favore del diritto all’aborto. Il Presidente Usa ha poi attaccato l’ostruzionismo dei repubblicani nella bocciatura della norma, invitando gli elettori a scegliere «più senatori pro-scelta in novembre». «Non smetteremo mai di difendere le nostre libertà fondamentali. Gli americani dovranno ricordarsi alle urne in novembre di chi ha cercato di punire e controllare le decisioni delle donne», è invece il commento della speaker della Camera Nancy Pelosi, ieri in un vertice con il Premier italiano Mario Draghi. Già negli scorsi giorni, dopo l’uscita del parere della Corte Suprema – comunque definito “non definitivo o finale” dai giudici stessi – Biden aveva lanciato la sua personale “fatwa” sull’impianto della nuova legge: «La bozza delle motivazioni con cui la Corte suprema si appresta a cancellare la storica sentenza ‘Roe v. Wade’ sull’aborto mette in discussione ogni decisione nella nostra vita privata e tutta una serie di diritti fondamentali».