Lucio Annéo Seneca è il filosofo che è stato selezionato dal Miur per la seconda prova dell’esame di maturità 2023 del liceo classico: scopriamo qualcosa di più su questa importantissima figura della filosofia e della cultura europea. Seneca ha origini spagnole, nascendo in quel di Cordoba in una delle più antiche colonie romane al di fuori dell’Italia. E’ nato il 21 maggio anche se l’anno preciso di nascita non è mai stato chiarito dagli studiosi, in ogni caso fra l’1 e il 4 a.C, con quest’ultima data ritenuta la più attendibile. Suo papà, Seneca il Vecchio, è stato autore di alcuni libri di “Controversiae” e di “Suasoriae” e conobbe a Roma una giovane donna di nome Elvia da cui ebbe tre figli, fra cui Lucio Anneo Seneca, il secondogenito.



La prima istruzione il futuro filosofo la riceve proprio nella capitale, ed è improntata sulla retorica e la letteratura anche se allo stesso interessa maggiormente la filosofia. Frequenta la scuola cinica dei Sesti, sotto la guida del maestro Quinto Sestio, che fu per Seneca grande fonte di ispirazione. Accoglie anche i preziosi insegnamenti di Sozione di Alessandria, Attalo e Papirio Fabiano, ma nel 26 dopo Cristo, a causa di continui problemi di salute, è costretto a recarsi in Egitto dove incontra la cultura locale: un vis a vis che gli permette di avere un’ampia e complessa visione religiosa. Tornato a Roma inizia la carriera politica diventando questore e quindi senatore.



SENECA, GLI ANNI DELL’ESILIO E LA CONDANNA A MORTE

Divenuto un personaggio di spicco aumentano i nemici e Claudio, successore dell’imperatore Caligola, nel 41 d.C lo condanna all’esilio in Corsica con l’accusa di adulterio. Vi resterà per otto anni dopo di che, rientrato a Roma, accompagnerà l’ascesa di Nerone, fino a che il rapporto con il neo-imperatore non si deteriorerà e Seneca si ritirerà a vita privata per dedicarsi ai suoi studi. Peccato però che Nerone, deluso dall’addio di Seneca, decida di condannarlo, e alla fine il filosofo fu costretto a togliersi la vita, tagliandosi le vene e poi ricorrendo al veleno, lo stesso usato da Socrate.



Il tentativo di suicidio però non andò a buon fine e alla fine Seneca dovrà immergersi in una vasca di acqua calda per favorire la perdita di sangue, raggiungendo così una morte lenta e dolorosa. Tante le opere importanti scritte da Seneca fra cui Le Consolationes durante l’esilio in Corsica, ma anche l’Apolokuntosis, subito dopo il ritorno a Roma, quindi “De ira”, “De clementia”, “De tranquillitate animi” scritte insieme a Nerone, e infine varie produzioni drammatiche come “Hercules furens”, “Traodes”, “Phoenissae”, “Medea” e “Phaedra.