Il neo presidente del Senegal, Bassirou Diomaye Faye, ha dichiarato nel corso di una intervista con l’agenzia francese Afp, che la presenza dei militari transalpini nel suo territorio è incompatibile con la sovranità nazionale. Ha quindi invitato la Francia a chiudere la base di stanza in Senegal e a lasciare la nazione africana il prima possibile. Le parole di Faye, in carica dallo scorso mese di aprile, giungono a ridosso dell’80esimo anniversario del massacro di Thiaroye, avvenuto il primo dicembre del 1944 nonché uno degli eventi più cruenti della storia del Senegal.



Quel giorno, infatti, centinaia di fucilieri africani vennero massacrati dall’esercito francese vicino a Dakar, dopo aver reclamato la loro paga. Faye, 44enne sovranista, è tornato sulla questione parlando ai microfoni del quotidiano d’oltralpe Le Monde, sottolineando come il rapporto con la Francia debba cambiare definitivamente, e annunciando anche il ricevimento di una lettera (nella giornata di ieri, 28 novembre), da parte del presidente Emmanuel Macron, attraverso cui lo stesso ha riconosciuto il massacro di cui sopra.



SENEGAL, MILITARI FRANCESI ADDIO? FAYE: “ATTENDO LE SCUSE”

“Ho ricevuto oggi (ieri ndr) dal presidente Emmanuel Macron una lettera in cui riconosce che si è trattato di un massacro, in modo molto chiaro, senza ambiguità sui termini”, le parole dio Bassirou Diomaye Faye al palazzo presidenziale. “La Francia ha riconosciuto questo massacro come non ha mai fatto prima”, ha aggiunto.

Secondo il presidente del Senegal ora dovrebbero arrivare le definitive scuse da parte dell’Eliseo: “Riconoscere di aver perpetrato un massacro deve avere l’effetto di fare ammenda – precisa – e pensiamo che questo è ciò che deve seguire”, alla lettera di Macron. Con l’avvicinarsi dell’80esimo anniversario del massacro di Thiaroye, sono state diverse le rimostranze nei confronti dell’ex potenza coloniale, accusata di aver nascosto e taciuto la storia, ed è per questo che il passo di Macron viene considerato importante.



SENEGAL, MILITARI FRANCESI ADDIO? LA LETTERA DI MACRON

Lo stesso ha ricordato i rapporti di “amicizia e fraternità” tra i due paesi, ma anche il dovere reciproco di “verità e giustizia”, come si legge nella lettera pubblicata dall’Afp. “Bisogna considerare gli avvenimenti accaduti a Thiaroye il 1° dicembre 1944 – ha scritto ancora – da questo punto di vista, la Francia deve riconoscere che quel giorno lo scontro tra soldati e fucilieri che reclamavano il pagamento dell’intero importo della loro legittima retribuzione, ha innescato una catena di eventi che hanno portato a un massacro”.

Ha quindi aggiunto di essere rammaricato per “non poter partecipare alle commemorazioni di domenica, dove la Francia sarà rappresentata dal ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot”, e insistendo “sulla continua cooperazione della Francia con storici e ricercatori senegalesi per accertare i fatti”. I militari francesi sono stati estromessi negli ultimi mesi da Mali e Niger ed ora potrebbero essere costretti a lasciare anche il Senegal. Al momento vi sono circa 350 militari, di cui 260 stabili, e sono concentrati in particolare nella zona della capitale Dakar.