A I Fatti Vostri la sentenza emessa negli scorsi giorni inerente il terremoto de L’Aquila del 2009: secondo il giudice le vittime sarebbero state in qualche modo responsabili del loro destino, non avendo lasciato in precedenza l’edificio in cui hanno poi perso la vita. In studio a I Fatti Vostri vi era Maria Grazia Piccinini, mamma di Ilaria, morta a 25 anni proprio a seguito del terremoto de L’Aquila: “Mia figlia responsabile della sua morte? Secondo il tribunale sì, è stata questa la sentenza, una sentenza che non tiene conto della storia di questo terremoto. A L’Aquila erano sei mesi di scosse continue, quindi ogni scossa sarebbe stata quella buona, di conseguenza l’intera città doveva andare via seguendo il ragionamento del giudice. Ho sentito mia figlia attorno alle 11 quel giorno – ha proseguito la mamma della ragazza – mi aveva raccontato che quel pomeriggio c’erano state scosse a Forlì e all’Eolie. Questi ragazzi avevano sull’home page del pc la pagina dell’Ingv per tenere traccia dei sisma. Lei mi aveva rassicurato, il 31 marzo si era tenuto una riunione a L’Aquila da cui era emerso che non vi era pericolo”. Quindi è arrivato il giorno del terremoto a L’Aquila: “Io l’ho sentito il terremoto anche se eravamo distanti, ho cercato di telefonarle, e il telefono fisso suonava e mi dava il senso dell’integrità dell’edificio invece era polverizzato. Io ho saputo della morte dopo 36 ore, l’ho saputo il 7 aprile attorno a mezzogiorno, mi ha telefonato mio marito per dirmi che l’avevano trovata”.



In studio anche Valeria Esposito, collega di stanza di Ilaria, rimasta per 20 ore sotto le macerie: “Ricordo che dormivo poi improvvisamente un rumore indescrivibile, un boato, che mi svegliò. Feci in tempo solo a sedermi perchè il palazzo si sbriciolò: mi ritrovai dal dormire ad essere sepolta dalla polvere, erano pezzi piccoli. E’ stato difficile resistere sotto le macerie, mi resi conto subito che la situazione era drammatica. Dopo poche ore iniziarono ad arrivare i soccorsi, sentivo i rumori sopra la mia testa, e mi ripetevo continuamente che se non fossi morta subito il destino era che dovevo salvarmi”. Poi ha proseguito: “Non riuscivo a respirare, avevo male ovunque, avevo una trave di cemento armato sopra la schiena, le gambe compresse, riuscivo a muovere un po’ il torace e un po’ le mani. Sono rimasta cosciente tutto il tempo, ricordo la mano del vigile che mi ha trovato e che poi mi ha tenuta per tutte le operazioni di soccorso, nonostante non avessi le forze ricordo che stringevo la mano molto forte, come se mi stessi aggrappando alla vita”.



SENTENZA TERREMOTO L’ACQUILA: PARLA VALERIA ESPOSITO, SOTTO LE MACERIE PER 20 ORE

“Non mi sento assolutamente colpevole – ha spiegato Valeria commentando la sentenza circa il terremoto de L’Aquila – non ritengo di aver avuto una condotta incauta come c’è scritto nella sentenza, abbiamo messo in pratica quanto ci veniva detto dai media, che dovevamo imparare a convivere con lo sciame sismico ma che non era nulla di preoccupante. Quella sera rispetto ai mesi precedenti non vi era nessun segnale diverso e il palazzo sembrava integro, eravamo studenti di ingegneria… Nessuno ci aveva detto di abbandonare L’Aquila, era tutto aperto”.



Valeria Esposito racconta di essere ovviamente cambiata dopo quei tragici eventi: “E’ un’esperienza che ti segna profondamente, che non si dimentica, ho perso amici, la mia vita è cambiata da un momento all’altro, e c’è una sensazione di impotenza che mi accompagna da quel giorno”. In studio arriva infine Wania Della Vigilia, avvocato di Maria Grazia Piccinini: “Sono rimasta sgomenta dalla sentenza, la corresponsabilità delle vittime per una condotta incauta nelle due scosse precedenti, ovvero, che loro sono rientrate nell’appartamento. C’erano state rassicurazioni circa il fatto che sarebbe stata esclusa una forte scossa. Andremo in Appello, insisteremo anche per il fatto che il vice capo protezione civile li ha rassicurati, sono convinta che la sentenza sarà diversa”.