Sono tanti coloro che hanno espresso il proprio parere sulla vicenda di Dj Fabo e sull’assoluzione di Marco Cappato avvenuta ieri. Fra questi anche Mina Welby, moglie di Piergiorgio: “Marco Cappato per me è come un figlio – le sue parole rilasciate ai microfoni dell’agenzia AdnKronos – mi è stato tanto vicino nella vicenda di Piergiorgio: quando se ne andò, lui pianse, io no. Oggi tocca a me: lo stringo forte forte”. La moglie dell’ex esponente del Partito Radicale, ha aggiunto: “Marco sei stato grande, anche la sofferenza di tua madre ti aiutato ad arrivare alla scelta che hai fatto. Tua madre ora ti sorride libera. Libera da ogni sofferenza”. Mina Welby ha rivolto il proprio pensiero anche a Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabo: “Ha fatto tanta fatica a muovere quel bottone che ha sprigionato la medicina per morire. Credo serva una legge che dia la possibilità a ciascuno di una morte opportuna evitando discriminazioni nei confronti di chi quel bottone non lo può spingere. Quindi un aiuto del medico diretto”. Luca Coscioni, co-presidente dell’omonimia Associazione, ha invece spiegato: “Cappato è innocente per quello che ha fatto, la Corte d’Assise di Milano lo ha detto chiaro: il fatto non sussiste”, invitando poi il parlamento ad essere più coraggioso” istituendo una legge sul suicidio assistito che superi “discriminazioni”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MARCO CAPPATO ASSOLTO: LE REAZIONI DALLA POLITICA
Come vi abbiamo raccontato, Marco Cappato è stato assolto. La sentenza sul caso Dj Fabo e sul fine vita è tra gli argomenti più dibattuti degli ultimi anni e ora è arrivata la decisione dei giudici del Tribunale di Milano. «Cappato assolto! Un bellissima notizia davvero!!», così la sottosegretaria allo Sviluppo Economico Alessia Morani su Twitter, netta la posizione del ministro della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone: «La Consulta ha parlato chiaro sul fine vita. Marco Cappato, cui vanno le mie condoglianze per la grave perdita familiare, va assolto nel processo sul caso Dj Fabo. Il Parlamento, lo dico da deputato, deve superare le remore e agire per innalzare il livello di civiltà del Paese». Infine, le parole della dem Pina Picierno: «L’assoluzione di Marco Cappato nel processo su dj fabo è una buona notizia. Il fatto non sussiste. Rispettata la volontà di Dj Fabo. Ma resta un vuoto legislativo da colmare sul tema dell’autodeterminazione dell’essere umano cha va affrontato al più presto!». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
FINE VITA, MARCO CAPPATO ASSOLTO
«Marco Cappato è stato assolto perché il fatto non costituisce reato»: così si sono pronunciato i giudici della procura generale, sposando in pieno la tesi dell’accusa, della difesa e della stessa Consulta che già si era pronunciata a settembre scorso. Un lungo applauso ha seguito la lettura della sentenza con la pm Siciliano che ha poi aggiunto «E’ una giornata storica e un grande risultato perchè la decisione della Corte realizza pienamente il significato dell’articolo due della Costituzione che mette l’uomo al centro della vita sociale e non anche lo Stato. Ora è compito del legislatore colmare le lacune che ancora ci sono». Tra le lacrime, Cappato ha abbracciato la moglie, distrutto anche per la notizia della morte della madre arrivata stamattina (qui tutte le novità, ndr): forte soddisfazione anche dalla fidanzata di Dj Fabo, Valeria Imbrogno «Fabiano mi avrebbe chiesto di festeggiare, siamo arrivati alla vittoria per lui: ha sempre combattuto, sono felice. La battaglia continua per tutti gli altri, quando ha iniziato voleva proprio che fosse una battaglia di libertà per tutti e oggi ci è riuscito». Parlando di Fabiano Antognani, lo stesso Cappato aveva lasciato una dichiarazione spontanea prima della sentenza che di fatto “legalizza” a livello giurisprudenziale l’aiuto al suicidio e l’eutanasia, «In piena sintonia e assonanza con le motivazioni che avete prospettato rimettendovi alla Corte Costituzionale la mia è una motivazione di libertà, di diritto alla autodeterminazione individuale, naturalmente all’interno di determinate condizioni, è per questo che ho aiutato Fabiano».
PROCESSO DJ FABO, VERSO ASSOLUZIONE A CAPPATO
È attesa per oggi la sentenza di primo grado su Marco Cappato, imputato nel processo per la morte di Dj Fabo (Fabiano Antoniani): il leader radicale si è auto-accusato del reato di aiuto al suicidio per avere accompagnato Fabo, disabile cronico dopo un gravissimo incidente e anni di tetraplegia, a morire in una clinica in Svizzera. «Alla luce delle conclusioni della Corte Costituzione del 2019 Marco Cappato deve essere assolto perché il fatto non sussiste. Chiediamo l’assoluzione in maniera convinta ritenendo che il fatto non sussiste, la fattispecie incriminatrice non corrisponde agli elementi fattuali di cui siamo in possesso», questo l’intervento oggi in Tribunale a Milano dei pm dell’accusa che già avevano rimandato alla Consulta un anno fa la decisione di esprimersi in merito, non avendo elementi per giungere all’accusa e incriminazione per “aiuto al suicidio”. Il tema dell’eutanasia, il vero punto in questione per una sentenza che si appresta a fare “giurisprudenza” per il futuro, è stato infatti affrontato il 25 settembre scorso con una sentenza della Corte Costituzionale, dopo gli inutili avvisi al Parlamento cui era stato dato dai giudici Consulta un anno di tempo per legiferare in merito. La Consulta con una sentenza suo modo storica ha deciso infatti che «in attesa di un indispensabile intervento del legislatore non è punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile».
OGGI SENTENZA PER PROCESSO A MARCO CAPPATO
«Da oggi siamo tutti un po’ più liberi», aveva commentato dopo la sentenza della Consulta lo stesso Marco Cappato, per il quale già il 14 febbraio 2018 la pm Tiziana Siciliano aveva chiesto l’assoluzione. Il processo si era poi “sospeso” per attendere le decisioni della Corte Costituzionale e oggi torna con l’ultima, definitiva udienza: l’esito appare quasi scontato dopo la decisione dei giudici oggi diretti da Marta Cartabia, con «Dj Fabo che è stato libero di scegliere di morire con dignità» ha ribadito in aula la Siciliano, affiancata dall’altra pm Sara Arduini. «Fino alla mattina della morte – ha spiegato l’accusa – Cappato gli ha prospettato la possibilità di scegliere una via alternativa»: un processo molto particolare, con la difesa che si autoaccusa (per far emergere un vuoto normativo e legislativo) e l’accusa che chiede l’assoluzione, si avvia verso una chiusura “storica” che non potrà non incidere nel dibattito culturale e politico sul tema spinoso dell’eutanasia. al netto delle forti contrapposizioni con la Chiesa italiana (e lo stesso Papa Francesco) e numerose associazioni pro-life, la pm nella sua requisitoria finale ha ripreso la sentenza della Consulta che ha già «tracciato la via sulla non punibilità dell’aiuto al suicidio assistito poiché il principio di sacralità della vita (…) sostituisce la tutela della fragilità umana». Durante il processo stamattina piccolo momento di sospensione per una terribile notizia giunta dall’esterno: è morta la mamma di Marco Cappato, malata da tempo e ricoverata in questi giorni a Milano. I difensori hanno chiesto qualche minuto di pausa per permettere al leader radicale di uscire dall’aula dove è stato abbracciato e consolato dalla moglie. Poi la seduta è ripresa e si attende per questo pomeriggio la sentenza finale.