Attesa in serata la sentenza della Corte di Cassazione di Roma sul caso della sparizione di Roberta Ragusa, per il quale in primo e secondo grado è stato condannato a vent’anni di carcere il marito Antonio Logli. L’accusa è quella di omicidio volontario e distruzione del cadavere. Secondo quanto dicono diversi media, in caso la Cassazione confermi la condanna Logli non si farà arrestare davanti ai figli e agli anziani genitori. Sarebbe pronto a consegnarsi ai carabinieri in un luogo concordato e andare in carcere evitando telecamere e fotografi che da stamane stazionano davanti all’abitazione in via Dini a Gello. Secondo il criminologo e psichiatra Alessandro Meluzzi, la Cassazione non ci dovrebbero essere dubbi che la Cassazione confermi la condanna, “nonostante non ci sia alcun elemento di prova determinante”, ci ha detto in questa intervista. “Si tratta di un altro ed ennesimo caso di condanna utile senza alternative. Non essendo stato possibile ricostruire una narrazione diversa, alla fine ci si è rifugiati nel solito ‘non può che essere stato lui’”. Secondo Meluzzi, al di là del giudizio su Logli, che cioè sia colpevole o innocente, “quello che è grave è il metodo. Siamo davanti a Corti di giustizia che non sono più in grado di affermare come dovrebbe essere nell’uso di un diritto liberale e positivo, nel quale si cerca la verità sostanziale e non la verità processuale, che non si può giungere a una conclusione. Salvo un ripensamento Logli sarà condannato in assenza di un vero elemento di prova come è stato con Bossetti, nel caso di Erba e tanti altri”.



SENTENZA LOGLI: MANCANO PROVE SOSTANZIALI E CREDIBILI

Una giustizia cioè che in mancanza di prove schiaccianti abbia il coraggio di dire non si può sentenziare? “Esattamente, un meccanismo nel quale la giustizia dovrebbe essere in grado di fermarsi. Ma in questa epoca di giustizialismo a tutti i costi, di  giustizia data in pasto ai media, davanti a un bisogno di espiazione collettivo, alla mancanza di un limite, si condanna per esclusione”. Sarebbe, sempre per Meluzzi, “il contrario della giustizia stessa che si fonda sull’al di là di un ragionevole dubbio nel momento di sentenziare. In questo caso mi pare che di ragionevoli dubbi ce ne possano essere mille, anche se spero di sbagliarmi”. Chiediamo ancora a Meluzzi cosa ne pensa delle recenti apparizioni televisive del Logli, della sua compagna Sara Calzolaio, dei figli: “E’ stato forse l’estremo tentativo di fornire quello scenario mancante ascoltando anche i figli. Salvatore Parolisi (il caporal maggiore condannato per l’uccisione della moglie Melania Rea, ndr) fu condannato perché faceva le corna alla moglie e aver tenuto una condotta processuale avventata. Anche nel caso Logli invece di prove concrete siamo davanti a una sorta di giudizio morale su questa coppia, cosa che dovrebbe rimanere fuori delle sentenze e invece entra a vele spiegate”.

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