Un vero e proprio rituale che ha portato ad un omicidio e ad un successivo suicidio, quanto avvenuto in quel di Roma con protagonista un professore giapponese. Come specificato dall’edizione online del quotidiano Il Messaggero, tale Tetsuo Sakamoto, classe 1931, ex professore di italiano all’università degli studi stranieri di Tokyo e docente di lingua giapponese all’Università Orientale di Napoli per 32 anni, avrebbe praticato il cosiddetto Seppuku, termine con cui viene indicato in Giappone il rituale con cui viene eseguito il suicidio, ovvero, un taglio al ventre tramite un coltello da parte dell’uomo, (per le donne avviene il taglio della giugulare).
Il 92enne uomo avrebbe, (il condizionale d’obbligo), prima ucciso la moglie, Eika Sakamoto, 90enne, per poi togliersi la vita. A trovarli è stata la badante, che nella mattinata di ieri si era presentata come ogni giorno a casa Sakamoto, facendo la macabra scoperta.
GIAPPONESI MORTI A ROMA CON IL RITO DEL SEPPUKU? IL COMMENTO DEL FIGLIO
La coppia viveva da anni in un appartamento signorile di via Civitella D’Agliano, nella zona di Collina Fleming, l’abitazione dove il professor Sakamoto è stato rinvenuto nella vasca da bagno con un coltello in mano e il taglio all’addome, mentre la donna era senza vita nella camera da letto. Non è chiaro il motivo del gesto ma non è da escludere una sorta di “stanchezza nei confronti della vita”, sottolinea Il Messaggero. Da tempo, infatti, i due erano malati e uscivano poco, acciacchi dell’età, e “Per i giapponesi – ricorda il quotidiano romano – la morte ha un significato più limpido e franco rispetto all’immagine spaventosa che hanno gli occidentali”, una sorta di gesto liberatorio quindi.
Un mistero che potrebbe essere svelato grazie ad una lettera scritta in ideogrammi giapponesi, lasciata sul tavolo dell’appartamento. «Vi comunico che in una tragedia, stamani sono volati in cielo i miei amati genitori. Vi prego di non fare domande ma di mandare solo una preghierina per le loro anime» il commento del figlio Mario.