SEPSI, IN ITALIA ALMENO 60MILA CASI ALL’ANNO
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla sepsi, che si celebra oggi mercoledì 13 settembre 2023, pubblica i numeri di questa abnorme risposta infiammatoria dovuta ad un’infezione, come riporta l’Ansa. In Italia colpisce almeno 60.000 persone ogni anno. Si tratta di una condizione clinica frequente, spesso di difficile gestione che nei casi più gravi può portare alla morte, soprattutto quando si accompagna a delle situazioni d’insufficienza d’organo o di shock settico. Colpisce cinquanta milioni di persone ogni anno e causa la morte di undici milioni di individui. Tra i decessi si contano anche tre milioni di bambini sotto i cinque anni.
“La sepsi è responsabile di un quinto dei decessi mondiali e l’85% dei casi si verifica in Paesi a basso e medio reddito“, ha evidenziato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Tuttavia, sappiamo che questa malattia può essere evitata con le vaccinazioni, una diagnosi tempestiva e l’accesso a trattamenti appropriate ed efficaci”. Nel 2017 l’Assemblea Mondiale della Sanità ha adottato una risoluzione dedicata alla prevenzione, alla diagnosi e alla gestione clinica della sepsi. “Sono felice che il focus dell’evento di quest’anno evento sia proprio l’implementazione della risoluzione dell’Oms a livello nazionale e globale”, ha concluso Tedros.
SEPSI, QUALI SONO LE CAUSE E I SINTOMI
La sepsi è una complicanza di un’infezione, soprattutto causata da batteri. Essa consiste in una risposta infiammatoria dell’organismo all’aggressione da parte degli agenti infettivi, che finisce per danneggiare i tessuti e gli organi e, senza una cura tempestiva, può provocare la morte. Secondo gli ultimi dati dell’Oms, le maggiori cause di sepsi nel mondo sono le malattie che provocano diarrea e le infezioni delle basse vie respiratorie, cioè quelle che colpiscono la trachea e i polmoni. Di pari passo all’invecchiamento della popolazione, però, crescono i casi di sepsi legati alle malattie non trasmissibili: un terzo dei casi di sepsi e quasi la metà di tutti i decessi, secondo l’Oms, sono correlati a danni causati dalle malattie croniche. Inoltre, il fenomeno, in futuro, potrebbe essere complicato dall’espansione di batteri resistenti agli antibiotici.
Quando il quadro clinico si complica, compaiono ipotensione, tachicardia, ipossigenazione periferica e anomalie della coagulazione. La diagnosi clinica e di laboratorio deve essere tempestiva. Per la certezza della diagnosi è necessario isolare il microorganismo nel sangue tramite un test di laboratorio mirato: l’emocoltura. La terapia precoce con antibiotici è essenziale per ridurre la mortalità.