Inchiesta per disastro ambientale a Brescia, sotto sequestro l’azienda chimica Caffaro. Come riporta Il Fatto Quotidiano, la società è attiva dal 2003 ed è sito di interesse nazionale. Il provvedimento è scattato a causa dei valori di cromo e mercurio al di sopra dei parametri di legge. La Procura di Brescia ha disposto la nomina di un custode giudiziario chiamato a garantire il mantenimento attivo della barriera idraulica «che impedisce ai veleni di raggiungere la falda cittadina».



«Caffaro è un carcinoma nel cuore della città. E va estirpato»: non ha usato mezzi termini il procuratore capo di Brescia, Francesco Prete. Come riporta il Giornale di Brescia , il sequestro dell’azienda è scattato su decisione del gip Alessandra Sabatucci, che ha accolto le richieste avanzate dal procuratore aggiunto Silvio Bonfigli e dal sostituto Donato Greco.



BRESCIA, SEQUESTRATA CAFFARO PER DISASTRO AMBIENTALE

«Gli esponenti apicali di Caffaro Brescia srl hanno cagionato un’irreversibile compromissione di larghe porzioni delle matrici ambientali descritte nel capo d’accusa, esponendo la pubblica incolumità al pericolo di danni permanenti per la salute dei soggetti che risiedono a sud dello stabilimento», questo quanto si legge nell’ordinanza firmata dal Gip. Il procuratore aggiunto Bonfigli ha rimarcato che si tratta di una indagine molto complessa, partita nel 2019 in seguito alle comunicazioni di Arpa. E c’è un aggravamento della situazione in atto, con tanto di mercurio che galleggia sul suolo: «La situazione è inquietante. Bisogna intervenire per mettere in sicurezza la falda. Immediatamente. Poi si discuterà della bonifica».

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