Ventidue cavalcavia a rischio crollo sull’autostrada A20 Messina-Palermo: per questa ragione le infrastrutture sono state sequestrate su apposita ordinanza del gip del tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, Salvatore Pugliese. Una decisione figlia di alcuni fatti incontrovertibili, quali le condizioni di degrado in cui attualmente versano i cavalcavia e la caduta di copriferro e di calcinacci. “I consulenti – scrive il gip – hanno rilevato il pericolo urgente per il crollo e la rovina in termini di alta probabilità, e tanto sulla base dei rilievi visivi, avendo gli stessi chiarito come, ai fini delle loro conclusioni, non è stata necessaria alcuna indagine strumentale o valutazioni di calcolo”.
Di conseguenza, il traffico subirà alcune variazioni per evitare di sovraccaricare le strutture, in attesa che vengano poste in condizioni di estrema sicurezza per l’utenza. Nel contempo, come si apprende dalle agenzie di stampa nazionali, quattro persone sono indagate per omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina. Si tratterebbe, in particolare, del direttore del Consorzio Autostrade Siciliane e di altri tre alti funzionari del consorzio.
22 CAVALCAVIA A RISCHIO CROLLO SULLA MESSINA-PALERMO
Relativamente ai ventidue cavalcavia a rischio crollo sull’autostrada A20, il Consorzio Autostrade Siciliane ha reso noto, mediante una comunicazione ufficiale, che “tutte le strutture indicate nel sequestro, nessuna esclusa, sono interessate già da tempo o da interventi di manutenzione seguiti da esperti ingegneri strutturisti, o ancora da rilievi e indagini scientifiche, condotte tenendo in considerazione anche le linee guida fornite dal Ministero. Nel dettaglio, sono 21 le strutture oggetto di indagine, tutte attraversate da strade non di nostra competenza. Di queste, 17 sono attualmente oggetto di interventi di manutenzione ordinaria, progettati da ingegneri e approvati secondo le normative vigenti. Per 3 sono in corso indagini strutturali approfondite”. Dalla Regione Sicilia, intanto, l’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, asserisce: “Come già ribadito in altre occasioni, bene che la magistratura resti attenta alle vicende del Consorzio Autostrade Siciliane, ente che paga il prezzo di lunghi anni senza bussola con evidenti ricadute sui servizi ai cittadini. Oggi però proprio il raffronto con l’eredità del passato ci consente di apprezzare appieno l’inversione di tendenza”.