La storia del sequestro di Anna Bulgari e Giorgio Calissoni, rispettivamente madre e figlio ed eredi della celebre dinastia di gioiellieri, è stata raccontata da Vania Colasanti nel docu-crime “Ti ho visto negli occhi”, presentata nel pomeriggio di venerdì 6 agosto 2021 nel corso dell’edizione estiva della trasmissione di Tv 2000 “L’Ora Solare”, condotta da Paola Saluzzi. L’ospite ha subito ricordato che i due furono rapiti nel 1983 nella loro villa di Aprilia, dopo che, in precedenza, era già avvenuto un sequestro nella loro famiglia, quello di Gianni Bulgari, cugino di Anna.



Quest’ultima e il giovane Giorgio furono trasferiti presso una tenda nel bosco ghiacciato di Colleferro, a dicembre, in una stagione tutt’altro che clemente sotto il profilo delle temperature esterne. Nel lavoro di Colasanti emergono le figure di “una madre che sostiene un figlio e cerca di fargli pesare il meno possibile questo dramma e di un figlio che si comporta nella stessa maniera nei confronti di colei che gli ha dato la vita”. Un lavoro fortemente voluto da Anna Bulgari (deceduta nel 2020): guardandolo si comprende come la cultura e la Fede l’abbiano sostenuta durante la prigionia. “Abbiamo voluto ricostruire il dialogo tra madre e figlio come se fosse l’ultimo – ha proseguito Colasanti –. In esso si evince atteggiamento forte della donna, capace di tenere testa ai rapitori. Fra i documenti recuperati negli archivi, figura anche la Santa Messa in cui il Papa annunciò la loro liberazione”.



GIORGIO CALISSONI: “QUANDO MI TAGLIARONO L’ORECCHIO DESTRO, PER MIA MADRE, ANNA BULGARI, FU UN DRAMMA”

A ripercorrere gli accadimenti del 1983 è stato lo stesso Giorgio Calissoni, che rammenta con precisione anche la data in cui tutto ebbe inizio: era il 19 novembre e, come accadeva tutti i fine settimana, lui e la sua famiglia si trasferivano in campagna. Nel pomeriggio il ragazzo andò a riposare, poiché aveva bisogno di recuperare le energie dopo una dura interrogazione alla quale era stato sottoposto al mattino a scuola (era all’ultimo anno di liceo). Poi, “attorno alle 19 sentii voci strane provenire dal cortile: scesi e venni fermato da due uomini incappucciati e armati di pistola e fucile a canne mozze. Chiusero in cantina tutti quanti, mentre io e mia madre fummo rapiti: lei venne rinchiusa nel bagagliaio dell’automobile, io venni adagiato sul sedile posteriore. Ci abbandonarono in un bosco”.



Madre e figlio erano bendati, ma avevano subito capito che quei malviventi avrebbero messo in atto cosa avevano promesso senza farsi scrupoli. “Quando a mia madre fu annunciato che mi avrebbero tagliato l’orecchio destro, lei domandò ai rapitori di prendere il mio posto, ma loro non cedettero – ha raccontato l’uomo -. Tuttavia, quel mio sacrificio ci salvò, perché le trattative procedettero spedite e pochi giorni dopo fummo liberati”. Anna Bulgari e Giorgio Calissoni trascorsero ben 35 giorni da prigionieri.