A Storie Italiane il caso del sequestro record (832 giorni di prigionia) di Carlo Celadon, portato via da Arzignano nel 1989, e in collegamento vi era il sostituto procuratore che si occupò del caso, Antonino De Silvestri: “E’ un sequestro dei record – le parole del magistrato – è un unicum dei sequestri in Italia. La maggior parte dei sequestri in Italia è fatta dalla ‘ndrangheta, e Carlo Celadon è come se fosse stato sequestrato due volte. Quando è stato prelevato da casa è stato portato vicino a Pizzo Calabro e custodito in un ovile che non era l’Aspromonte”.
E ancora: “Quando si è deciso il pagamento di un riscatto e Gianni e Paolo sono andati a pagare il riscatto, parallelamente c’è stata un’operazione dei carabinieri e si è riusciti ad arrivare al covo, ma quando sono intervenuti i militari, Carlo era già fuggito. Questa annotazione perchè è come se Carlo abbia subito due sequestri di persona. Lui è stato infatti in seguito portato nell’Aspromonte, territorio che era in possesso della ‘ndrangheta, i latitanti erano ottimi custodi e poi avevano un rapporto di appartenenza con le popolazioni del luogo”.
CARLO CELADON, DE SILVESTRI: “ERAVAMO PREOCCUPATISSIMI…”
Carlo Celadon rimase incatenato per più di due anni insieme ai topi, pulci, insetti, venne trattato peggio di una bestia, e costretto a cibarsi di quello che trovava, una prigionia orribile che fortunatamente ha avuto un lieto fine. “Quando è stato fatto il processo a carico dei sequestratori poi catturati – le parole di Antonino De Silvestri – Carlo Celadon era ancora prigioniero della seconda ‘ndrina”.
“Avevamo già pagato un riscatto ma la liberazione non arrivava ed eravamo preoccupatissimi, ma fortunatamente dopo il processo è stato liberato. Quella carezza (dice riferendosi ad una storica foto di un suo gesto gentile verso Celadon dopo la liberazione ndr) è stata una liberazione per noi e poi lui era completamente assente, e mi è venuto spontaneo fargli questa carezza, non sapevo nemmeno di questa foto, l’ho scoperta in seguito e ora ce l’ho ovunque con me perchè rappresenta il mio modo di essere”. Il magistrato ha quindi raccontato come si è riuscito ad acciuffare i delinquenti che sequestrarono Carlo Celadon, Agip, tramite delle intercettazioni telefoniche, per un’operazione investigativa davvero incredibile.