La Serbia nel 2022 ha accolto circa 200 mila esuli russi, molti dei quali hanno abbandonato il Paese di Vladimir Putin poiché spaventati dall’invasione all’Ucraina. Trasferirsi non è difficile, non c’è neanche bisogno del visto. Il motivo è da ricondurre al fatto che Belgrado è l’unica capitale europea a non avere introdotto delle sanzioni nei confronti di Mosca ed anzi talvolta le ha anche espresso il proprio sostegno sul conflitto. A farlo, come riportato da La Croix, sono più principalmente giovani ambiziosi in cerca di una comunità in cui costruirsi un futuro, ma che per farlo hanno dovuto abbandonare i loro parenti e amici.
È in questo modo dunque che le strade serbe in questi mesi si sono riempite di attività con lavoratori russi ed il prezzo degli immobili è aumentato. “Qui ho trovato un po’ di calore”, racconta il quarantaduenne Aleksei Novikov, proprietario di un piccolo bar. “Avevo paura della guerra e della criminalità galoppante per via delle aziende che chiudevano, per cui sono fuggita. I miei genitori mi considerano una traditrice”, dice invece la trentenne Arina Piskaryova.
Serbia, accolti 200k esuli russi: la popolazione divisa sulla guerra in Ucraina
Gli esuli russi accolti dalla Serbia sono dunque sempre più numerosi: la maggior parte di loro è contrario alla guerra in Ucraina, ma è consapevole di non essersi trasferito in un Paese che la pensa allo stesso modo. Alcuni attivisti sono stati anche vittime di aggressione per avere espresso la propria avversità al conflitto. Le posizioni filoucraine sono infatti molto minoritarie all’interno della società serba. Secondo un sondaggio del Center for Security Policy, il 30% della popolazione è favorevole a sostenere Mosca mentre il 50% chiede la neutralità di fronte al conflitto.
In termini economici e politici, tra l’altro, Belgrado non può che continuare a stringere l’occhio a Vladimir Putin, che rimane un partner imprescindibile. Allo stesso tempo, però, spera di potere trarre dei benefici dall’esodo di massa dalla Russia. “Sono i migliori giovani russi che vengono qui, speriamo che questa ondata di persone qualificate aiuti lo sviluppo della Serbia. Come quando un secolo fa decine di migliaia di russi in fuga dalla rivoluzione e dalla guerra civile trovarono rifugio nell’allora Regno dei Serbi, Croati e Sloveni”, ha affermato un esperto di storia locale a Le Croix.