UE ANNUNCIA PRIMA INTESA SERBIA-KOSOVO: PASSO AVANTI MA ANCORA MANCA LA FIRMA
Un primo accordo tra Serbia e Kosovo per non far degenerare lo scontro diplomatico in guerra vera e propria è giunto stamane, per mano dell’Unione Europea nei lungo negoziato iniziato settimane fa: c’è l’intesa ma ancora una firma definitiva manca e per questo la tensione resta palpabile tra Belgrado e Pristina, specie nel territorio serbo dove le spinte nazionaliste tendono a minacciare il Governo qualora dovesse “cedere” nel riconoscimento dello Stato libero del Kosovo e soprattutto del suo ingresso nella NATO. Dopo 12 ore filate di negoziati a Ocrida, nella Macedonia del Nord (sul lago di Ohrid, ndr) una prima intesa è stata raggiunta dall’Alto Rappresentante per la Politica Estera Ue Josep Borrell, l’inviato speciale per il dialogo fra Belgrado e Pristina, Miroslav Lajcak, e i leader di Serbia e Kosovo, rispettivamente il Presidente Aleksandar Vucic e il Premier Albin Kurti.
Dopo il piano presentato in 11 articoli dalla Commissione Europea, volto a normalizzare le relazioni fra Belgrado e Pristina, Bruxelles insisteva per l’accettazione di questo documento e con oggi annuncia «L’Unione europea accoglie con favore che le parti abbiano concordato oggi l’attuazione dell’accordo sul percorso verso la normalizzazione delle relazioni tra il Kosovo e la Serbia». Le parole “diplomatiche” di Borrell stanno a celare una novità comunque importante e volta alla pacificazione, sebbene ancora lontana: vi è infatti con questa intesa informale un primo riconoscimento da parte dei due Paesi dei rispettivi documenti ufficiali. I cittadini potranno viaggiare liberamente tra i due Paesi e la Serbia non impedirà al Kosovo di aderire alle organizzazioni internazionali: questo il fine ultimo qualora vi sarà la firma che al momento, tocca dirlo, ancora manca.
SERBIA VS KOSOVO: COSA PUÒ SUCCEDERE ORA
Il Kosovo come è noto dopo la guerra di indipendenza dalla Serbia del 1998-1999 (risolto da intervento armato con bombe della NATO sulla Serbia, ndr) è accettato come Stato indipendente da circa la metà degli Stati membri dell’ONU, ma ad esempio Russia e Cina non l’hanno mai riconosciuto. Proprio l’appoggio di Putin a Vucic cela in realtà il vero teatro di scontro di questa guerra per il momento evitata in questi mesi: tra Ue-NATO in sostegno al Kosovo e appunto Russia “vicina” alla Serbia. Anche per questo motivo Borrell vuole in tutti i modi evitare che nei Balcani possa aprirsi un altro teatro di scontro dopo la perdurante guerra in Ucraina.
Il non rispetto dell’accordo concordato dall’Ue «avrebbe delle conseguenze negative nel percorso di adesione della Serbia e di avvicinamento del Kosovo all’Unione europea», fa sapere ancora un soddisfatto Borrell per la prima intesa informale raggiunta oggi in Macedonia. «Penso che abbiamo fatto un passo importante in un’atmosfera costruttiva e inizieremo a lavorare su qualcosa», ha commentato il Presidente Vucic, «Certo, non è stato un D-day, ma è stata una buona giornata». Decisamente meno entusiasta per il momento il leader kosovoaro Kurti: «Siamo venuti a Ohrid per firmare un accordo con l’allegato per la sua attuazione. Abbiamo raggiunto un accordo pubblico sull’allegato, che porterà all’attuazione dell’accordo principale: ma l’altra parte si sottrae alla firma dell’accordo, come all’ultimo incontro a Bruxelles il 27 febbraio». Va detto che lo stesso Kosovo ha però accettato di impegnarsi con l’Ue per un «adeguato livello di gestione autonoma alla comunità serba del Paese», la goccia che ha fatto traboccare il “vaso” dello scontro tra le due nazioni in questi mesi. Resta comunque la distanza, segnalata dallo stesso “ministro degli Esteri” europeo: «Kosovo manca di flessibilità», mentre la Serbia «si è rifiutata di firmare qualcosa come questione di principio, pur essendo disposta ad attuare l’accordo».