Serena Autieri, ospite a Storie di donne al bivio di Monica Saetta, ha parlato del suo rapporto con la famiglia anche in relazione al suo lavoro. “Io da piccola non pensavo che sarei entrata nel mondo dello spettacolo, studiavo a Napoli per diventare architetto. Allo stesso tempo, però, avevo una grande passione per la musica e per il teatro”, ha ricordato. Il papà però non era d’accordo. “Non avrebbe mai voluto che facessi questo lavoro, prima c’era questa idea. Dopo è diventato il mio più grande fan”.



A incentivarla fin da subito, invece, fu la mamma, che la portò nel 1997 a un casting che avrebbe segnato la sua carriera, ovvero quello per interpretare la cantante Sara De Vito in Un posto al sole. “Abbiamo litigato. Lei mi diceva ‘cercano un’attrice cantante, sono le tue più grandi passioni’, ma io ero in fissa con la musica in quel momento della mia vita, avevo appena inciso un disco. Le dissi ‘assolutamente no, io non la voglio fare questa cosa’. Avevo anche un po’ di spocchia nei confronti della soap opera. Mi propose lo stesso e mi presentai, inaspettatamente mi hanno presa. La giuria era composta da tanti nomi illustri, alla fine è stata una grande scuola e una grande opportunità. Ho imparato il mestiere”.

Serena Autieri e il ricordo di nonno Carmine

La mamma e il papà non sono stati gli unici componenti della famiglia di fondamentale importanza per la carriera di Serena Autieri. Un altro è il nonno Carmine. “Era un fioraio. La cosa che più mi emoziona è che, ogni volta che torno a Napoli, mi fermano. Non dicendomi che sono Serena Autieri, ma che sono la nipote di Carmine il fioraio. Era una persona eccezionale. Era un uomo tutto d’un pezzo, generoso, buono. Mi rende così felice. Ogni volta piango dalla gioia. È presente sempre nel mio cuore, nelle mie preghiere, nella mia vita”, ha ammesso.

È proprio il nonno che le è stata vicino agli inizi. “Avevo appena inciso il singolo, Donna a metà, e poi l’album. Avevo mandato una documentazione per partecipare a Saremo Giovani, ma si era rivelata sbagliata per un errore del mio staff. Me lo dissero alle selezioni. Tornai a casa dei miei nonni piangendo. ‘Non mi hanno presa’, dicevo. E piangevo, stavo tutto il pomeriggio in lacrime sulle sue gambe e lui mi consolava. Lui mi diceva ‘non ti preoccupare, perché si chiude una porta e si apre un portone’. Mi disse, ‘vedrai che ci andrai a Sanremo’. Così è stato”.