Serena Grandi ricorda il suo passato come icona sexy di Tinto Brass e lancia qualche piccola frecciatina a Claudia Koll, rea di aver prima sfruttato, poi rinnegato, il maestro del cinema erotico italiano. “Sapevo che avendomi scelto ed io accettato quel ruolo non mi sarei più tolta di dosso l’idea della “icona sexy” – spiega la Grandi – Ma ho scelto di farlo perché sapevo che Tinto Brass mi avrebbe insegnato il mestiere di attrice”. Per questo motivo la Grandi sarà riconoscente a vita “a lui e alla sua arte”, mentre si scaglia contro chi “riconoscente non è”. Il riferimento è proprio alla protagonista di “Così fan tutte”, colpevole, secondo Serena Grandi, di fare “la suora rinnegando il passato”. L’attrice asseconda la scelta della sua collega senza mettere in dubbio la sua volontà di dedicarsi alla fede; tuttavia, non crede sia giusto definire come un errore il suo percorso con Tinto Brass e “rinnegare un periodo storico dove faceva i film erotici lo trovo ipocrita”. Claudia Koll aveva dichiarato di essersi pentita di aver realizzato un film con il noto regista poiché “tutti si fermarono al mio corpo, e le uniche chance di lavoro erano dello stesso genere”. Inoltre, dopo “Così fan tutte”, sarebbe rimasta a lungo senza alcun ingaggio, al punto di riflettere sulla possibilità di riprendere in mano gli studi.



“Parole ingenerose”

Le dichiarazioni al vetriolo rilasciate da Claudia Koll su Tinto Brass non sono sfuggite a Serena Grandi, convinta che le parole della sua collega “siano ingenerose nei confronti di chi ti ha scelto e dato l’occasione di lavorare”. La Grandi si scaglia soprattutto sulla scelta della Koll di paragonare i film di Tinto Brass a quelli di Bergam, questi ultimi definiti come “il cinema vero”, quello che ha sempre sognato. Per Serena Grandi, però, è importante non sottovalutare l’arte di Tinto Brass, il quale “dipingeva le scene, era un pittore e la sua formazione passa attraverso il lavoro fatto con due grandi registi Joris Ivens e Roberto Rossellini di cui era negli anni Sessanta assistente”. Da qui la sua presa di posizione nei confronti di quel “grosso errore di valutazione” che Claudia Koll pensa di aver commesso in passato: “Io avevo voglia di imparare da lui – spiega Serena Grandi a Giovanni Terzi per “Libero quotidiano” – e se poi ho lavorato con registi del calibro di Sorrentino o Pupi Avati e perché il mestiere me l’ha insegnato Tinto”.

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