Giungono novità importanti in merito al processo riguardante l’omicidio della 18enne Serena Mollicone. Come sottolineato dal Corriere della Sera, un “apparentemente insignificante” verbale dei carabinieri v viene ritenuto falso dall’accusa. Si tratta di “Poche righe – scrive il quotidiano di via Solferino – che sarebbero la chiave per accedere al mistero sulla morte della 18enne di Arce”. Il documento a cui si fa riferimento è quello che era stato redatto dal brigadiere Santino Tuzi e riguarda uno degli imputati, il vicecomandante dell’epoca Vincenzo Quatrale (co-firmatario), accusato di concorso in omicidio col comandante Franco Mottola e i suoi familiari (il figlio Marco e la moglie Anna Maria) e istigazione al suicidio del collega sette anni dopo.
Stando a quanto si legge, Tuzi e Quatrale uscirono insieme in pattuglia quella mattina dalle ore 11:00 alle 13:30, allontanando così dal luogo del delitto il vicecomandante, e smontando la dichiarazione di Tuzi secondo cui il brigadiere avrebbe visto Serena entrare in caserma la mattina della scomparsa alle ore 11:00, non vedendola più uscire fino a che era di piantone. Tuzi ha sempre sostenuto che l’ordine di servizio fosse falso, e stando all’informativa finale dei carabinieri del comando provinciale su cui si basa il processo, il documento presenta «una serie di macroscopici errori ed incongruenze che lasciano pensare che il suddetto servizio non sia mai stato svolto».
SERENA MOLLICONE, LE NOVITA’ DAL PROCESSO: “AL 98% SERENA ERA IN CASERMA”
Quatrale ha rimandato al mittente l’accusa e in aula si è difeso dicendo: «Nessun falso, solo qualche superficialità da parte di Tuzi». Le contestazioni al documento riguardano in particolare le incongruenze sugli orari degli spostamenti, che, come scrive il Corriere della Sera, sono “segnati sempre con multipli di 5 (12,30, 12,40 etc), corretti successivamente in alcuni punti e generici nell’indicazione dei luoghi”.
Durante l’udienza per l’omicidio di Serena Mollicone è stato ascoltato anche l’ex comandante dei carabinieri del Ris, Luciano Garofano, consulente delle parti civili, che ha illustrato quanto emerso da un modello matematico applicato alle indagini: «L’ipotesi che Serena Mollicone fosse in caserma il 1 giugno del 2001 è pressoché certa, sul fatto che sia stata aggredita in caserma abbiamo la certezza al 98%, mentre per l’ipotesi che sia stata aggredita contro la porta dell’alloggio abbiamo una percentuale relativa al 95%».