Il papà di Serena Mollicone, Guglielmo, è morto all’età di 72 anni il 31 maggio 2020, dopo avere trascorso sei mesi in coma, colpito da un infarto a casa sua, mentre attendeva notizie dal tribunale di Cassino circa l’udienza preliminare legata alla scomparsa della figlia. Il “Corriere della Sera” ha svelato un lato romantico e di estrema sensibilità dell’uomo, che era solito dedicare poesie a Serena dopo la sua morte: “Contemplo nel muto lettino nascosto, le pieghe d’un tempo, le gote tue dolci…”, recita una di esse. O, ancora: “Ti cullo mio angelo dolce, partita per lidi lontani, ti canto le vecchie canzoni, le nenie per farti dormire”. Era la sua bambina e nel ricordo della sua infanzia Guglielmo si rifugiava per provare a rendere un po’ più sordo quel dolore indescrivibile.



Serena Mollicone fu ritrovata priva di vita il 3 giugno 2001 in zona fosso dell’Anitrella, tra Arce e Isola Liri, stesa a terra e legata a un albero con fil di ferro, una busta di plastica in testa, la bocca e gli occhi ricoperti di nastro isolante. Da allora, il papà della giovane non ha mai smesso di recarsi al cimitero a trovare moglie e figlia e restare in silenzio di fronte alle loro tombe. Dopodiché, rincasava e affidava i suoi pensieri a una penna: “Dormi, mio angelo biondo, accanto a colei che amo, ricordale tutte le sere i nostri discorsi di vita…”.



SERENA MOLLICONE, IL PADRE LE DEDICAVA LE POESIE: “A TE IO AFFIDO GLI SFORZI DEL TEMPO”

Nell’ambito del processo Serena Mollicone, ricorda il “Corriere della Sera”, alla sbarra c’è “l’ex maresciallo di Arce, Franco Mottola, insieme alla moglie Annamaria, al figlio Marco e ad altri due carabinieri della caserma. Il processo è quasi finito, con le ultime arringhe dei difensori che hanno invocato per i Mottola l’assoluzione piena, mentre l’accusa ha chiesto di condannare l’ex maresciallo a 30 anni per omicidio e occultamento di cadavere, a 24 suo figlio e a 21 la moglie”.



Venerdì il verdetto finale e Guglielmo Mollicone, per la sua piccola Serena, in qualche modo ci sarà: “A te io affido gli sforzi del tempo, i mille pensieri d’un vago futuro”.