Serena Mollicone poteva salvarsi, la rivelazione durante il processo
Serena Mollicone poteva essere salvata. Lo ha detto il medico legale Luisa Regimenti, nel corso del processo in Corte d’Assise che si sta svolgendo a Cassino, per fare luce sull’omicidio della 18enne di Arce uccisa il primo giugno 2001. Ventuno anni dopo la morte della giovane, che secondo la procura fu assassinata nella caserma dei Carabinieri, emergono nuovi incredibili dettagli sul caso di cronaca. Stando all’accusa, Serena sarebbe stata punta contro una porta all’interno della caserma dei carabinieri di Arce, in provincia di Frosinone.
Il medico legale in aula ha illustrato ai giudici la consulenza disposta dalla famiglia della vittima, secondo la quale la ragazza cadde priva di sensi a causa di alcune fratture craniche, ma non fu soccorsa, e dunque fu lasciata morire da sola a causa del nastro adesivo che la soffocò. “Poteva essere soccorsa”, ha precisato il medico legale in aula.
Le parole della consulente in aula
Secondo quanto svelato dal medico legale ai giudici della corte d’Assise di Cassino, Serena Mollicone, come riferisce TgcCom24, “fu lasciata, invece, in queste condizioni per 4-6 ore prima di essere uccisa dal nastro adesivo applicato sulla bocca e sul naso provocandone il soffocamento”. A processo sono cinque indagati, nel dettaglio Franco Mottola, ex comandante dei carabinieri, la moglie Anna Maria, il figlio Marco, il maresciallo Vincenzo Quatrale e l’appuntato Francesco Suprano. Il prossimo appuntamento in aula è fissato al 29 aprile 2022 quando sarà ascoltato l’ex generale dei Carabinieri ed ex comandante del Ris di Parma, Luciano Garofano, consulente di Antonio e Consuelo Mollicone.
Nel corso del processo la consulente di parte civile ha anche spiegato che la morte di Serena Mollicone avvenne “tra le ore 15 e le 19” del primo giugno di 21 anni fa. In merito ai segni trovati sullo stipite della porta all’altezza di 150 centimetri da terra e dunque superiore alla vittima, la stessa consulente ha spiegato: “Serena indossava delle scarpe con un tacco di 3 cm e una soletta interna: complessivamente cinque centimetri in più di altezza”.