E’ stato presentato da parte della procura d’Appello di Roma il ricorso in Cassazione contro la sentenza in secondo grado in merito alla morte di Serena Mollicone. I giudici avevano assolto tutti gli imputati, leggasi Franco e Marco Mottola, rispettivamente ex comandante della caserma di Arce e figlio, nonché la moglie del comandante, Anna Maria, e i carabinieri Quatrale e Suprano, confermando quindi la sentenza in primo grado. Il ricorso, precisa IlDubbio.it, riguarda solamente i Mottola e non i due carabinieri, ed è stato ufficializzato nelle scorse ore dopo che la notizia era già stata annunciata.



Nel ricorso si legge che la Procura d’Appello di Roma si dice consapevole di essere di fronte ad una doppia sentenza di assoluzione, ma nel contempo si sottolinea che a loro modo di vedere il giudice d’Appello sarebbe incorso in “evidenti carenze motivazionali”, non avendo espresso un ragionamento “coerente”, nonché una valutazione che sia “argomentata” da elementi di prova, oltre a non aver esaminato le “argomentazioni contrarie” che sono state avanzate dalla procura generale.



SERENA MOLLICONE, PROCURA PRESENTA RICORSO: LE PAROLE DELLA LANDOLFI

Il procuratore generale Deborah Landolfi, che ha firmato il ricorso, sottolinea che il giudice non avrebbe fornito a suo modo di vedere una “spiegazione logica e comprensibile”, limitandosi a delle considerazioni solo “assertive”, senza valorizzare delle ipotesi alternative che risulterebbero “concretamente sostenibili”.

Si fa inoltre riferimento alle dichiarazioni del brigadiere Tuzi (morto suicida), secondo cui Serena Mollicone si sarebbe trovata nella nota caserma di Arce il giorno dell’omicidio, parole che secondo l’accusa rappresenta “un tassello rilevante”, come sostenuto anche dalla Corte, ma nonostante tali parole la stessa Corte non trae delle “conseguenti coerenti in punto di responsabilità”, aggiunge ancora la procura d’Appello di Roma. Ricordiamo che Serena Mollicone veniva uccisa nel 2001 a soli 18 anni, e lo scorso 12 luglio tutti gli imputati erano stati assolti: ma la vicenda non è ancora finita.