Il processo per l’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne uccisa nel 2001 ad Arce, in provincia di Frosinone, si riapre. Lo ha stabilito poche ore fa la Corte d’Assise d’Appello di Roma, con il via libera alla rinnovazione dibattimentale e prossima udienza fissata al 20 novembre. In aula saranno ascoltati i consulenti delle parti e, all’esito delle audizioni, si deciderà se passare ai 44 testimoni come sollecitato dal procuratore generale.
Imputati dell’omicidio il maresciallo Franco Mottola, il figlio Marco e la moglie Annamaria. Alla sbarra anche i carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano, accusati rispettivamente di concorso in omicidio e favoreggiamento. I giudici hanno ritenuto ammissibile la richiesta di rinnovazione di istruttoria, riporta Adnkronos, e questo è il commento dello zio di Serena Mollicone, Antonio: “Siamo contenti, dopo 22 anni vogliamo che si faccia sempre più luce su questo caso e che si ascolti il contributo di tutti. Perché avere preclusioni? Noi non le abbiamo mai avute: chi sa la verità, la dica. In questo modo i giudici potranno interpretare“.
Processo Serena Mollicone, l’avvocato dei Mottola: “Replicheremo punto per punto”
La riapertura del processo per l’omicidio di Serena Mollicone ha registrato differenti reazioni tra le parti. L’avvocato dei Mottola, Mauro Marsella, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa, avrebbe commentato così la decisione della Corte d’Assise d’Appello romana: “La Corte ha deciso di rinnovare l’istruttoria dibattimentale contro le nostre indicazioni. Non riteniamo che questa scelta sia giuridicamente legittima, però ne prendiamo atto. Replicheremo punto punto alle osservazioni che emergeranno in udienza sia sui consulenti che sono stati indicati dalla pubblica accusa sia attraverso i nostri consulenti“. Il pool difensivo della famiglia Mottola aveva definito le richieste di rinnovazione dell’istruttoria ”inammissibili e inaccettabili”.
Di segno opposto la reazione dell’avvocato Sandro Salera, legale di parte civile della sorella di Serena Mollicone, Consuelo, che ha espresso soddisfazione per la decisione di poche ore fa in attesa dell’evoluzione di questa fase: “Non è così frequente la riapertura di un processo, evidentemente la Corte vuole rendersi conto dell’attendibilità” di quanto stabilito nella sentenza di primo grado con la quale, nel luglio 2022, il Tribunale di Cassino aveva smontato le accuse a carico dei cinque imputati. Nel secondo grado è stato invece deciso che, nell’udienza in programma per il prossimo 20 novembre, saranno ascoltati tutti i consulenti delle parti e poi, a seconda di ciò che emergerà, potrebbero essere ammesse le audizioni di eventuali testimoni. Tra quelli indicati dall’accusa, il luogotenente Gabriele Tersigni al quale, secondo la ricostruzione, il brigadiere Santino Tuzi, morto suicida nel 2008, avrebbe affidato alcune rivelazioni a margine degli interrogatori di allora. Tuzi avrebbe raccontato di aver visto Serena Mollicone entrare nella caserma di Arce la mattina del 1° giugno 2001, giorno in cui la 18enne scomparve per essere poi ritrovata, senza vita, nel bosco nei pressi di località Anitrella. Una testimonianza, quella di Tersigni, che per l’accusa avrebbe notevole rilevanza e che non fu ammessa in primo grado.