La variante Delta preoccupa l’Italia nel pieno della campagna vaccinale, ma Sergio Abrignani invita alla calma. Intervenuto a L’aria che tira, il membro del Cts ha spiegato: «Quello che sta succedendo in Gran Bretagna è quello che accadrà da noi, osserviamo che c’è un altissimo numero di infezioni ma pochissimi ricoveri in terapia intensiva e pochissimi morti. Si sta trasformando in un’influenza, basti pensare che negli inverni normali da 3 a 8 milioni di italiani si influenzano e muore una persona ogni mille per complicanze polmonari».



Sergio Abrignani si è poi soffermato sulla mascherina al chiuso: «Stiamo vedendo ciò che avverrà in tutti i Paesi che avranno vaccinati. Stop mascherine al chiuso? In questa fase è giusto tenerla, sappiamo che è più salutare tenere la mascherina quando si sta al chiuso a contatto con persone in ambienti senza ricambio d’aria».



SERGIO ABRIGNANI: “OBBLIGO VACCINALE UN ATTO DOVUTO”

Sergio Abrignani ha poi evidenziato di essere a favore dell’obbligo vaccinale: «Noi sappiamo che il miglior modo di contenere una malattia infettiva è di vaccinare il più alto numero della popolazione possibile. E’ un dato certo e sicuro, bisogna vaccinare tutti per contenere l’infezione. A titolo personale, sull’obbligo vaccinale sono convinto, so però che ci sono anche altre motivazioni di ordine politico. Qualsiasi persona di scienza le dirà che in una situazione pandemica l’obbligo vaccinale sia un atto dovuto come scelta di medicina e di salute pubblica». Sergio Abrignani ha ribadito inoltre il suo sì alla vaccinazione degli adolescenti: «I soggetti tra 12 e 17 anni hanno la caratteristica di avere comportamenti ad alto rischio per le malattie delle vie respiratorie: fanno sport di squadra, stanno in classe, si assembrano nei locali, si muovono tanto in mezzi pubblici. Sono comportamenti più a rischio di una vita non così attiva. Abbiamo dati che dimostrano in modo chiarissimo che i vaccini sono altamente efficaci, l’obiezione che viene fatta è che i dati sono su 15-20 mila adolescenti, ma io rispondo dicendo che il sistema immunitario di un adolescente di 12-17 anni è uguale a quello di un giovane di 18-25 anni: io li vaccinerei»

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