Sergio Abrignani, immunologo presso l’Università Statale di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), ha rilasciato un’intervista sulle colonne de “Il Mattino”. In particolare, ha analizzato dettagliatamente la situazione connessa alla riapertura degli stadi al pubblico, nei quali sarebbe opportuno che tutti i tifosi indossassero le mascherine, in quanto “quando si canta a squarciagola e si ha l’infezione, si emette molto più virus rispetto a quando si parla normalmente e, se non si indossa un dispositivo di protezione, il rischio di contagio aumenta notevolmente. Momenti delicati sono poi il pre e il post partita, quando spesso, nei pub e nello stare insieme, non vengono rispettate le norme relative al distanziamento”.



L’esperto ha poi affermato che il rispetto delle norme anti-Covid negli stadi è un problema che riguarda l’ordine pubblico e la polizia: “Non sono un tecnico sotto quest’aspetto, ma so che, se si vogliono fare rispettare le regole, anche allo stadio è possibile farlo. Quando ci furono episodi di violenza, venne previsto il Daspo. Ogni regola può essere fatta rispettare se c’è un sistema di controllo che educhi al fatto che, se una persona commette qualcosa di sbagliato, non entra allo stadio per due anni”.



SERGIO ABRIGNANI: “SONO FAVOREVOLE ALL’INTRODUZIONE DELL’OBBLIGO VACCINALE”

Riaprire gli stadi, tuttavia, non è stato un errore, a giudizio del professor Abrignani: “Qualsiasi vita di comunità equivale ad assumersi un rischio, ma quando un Paese arriva ai nostri livelli di vaccinazione e introduce il Green Pass, il rischio di contagio è mitigato. Ecco, bisogna trovare delle strategie di mitigazione del rischio che siano compatibili con una vita sociale normale, altrimenti scoppia la rivoluzione”.

A conclusione del suo intervento, l’intervistato si è detto assolutamente favorevole all’introduzione del vaccino obbligatorio in Italia, ma “questa è una scelta politica. Con cinque miliardi di dosi somministrate nel mondo, questi non sono più vaccini sperimentali. Eppure, oggi sta prevalendo l’idea che essere no vax significhi essere di Destra, mentre essere a favore dei vaccini sarebbe di Sinistra. Ci siamo dimenticati che fino a marzo avevamo 18mila morti al mese”.