Il professor Sergio Abrignani, componente del Comitato tecnico scientifico e noto immunologo, è intervenuto in queste ore sulle colonne del quotidiano “La Stampa” in riferimento alla vaccinazione eterologa, ovvero al mix di vaccini a cui è consigliato facciano ricorso tutti i soggetti under 60 che hanno ricevuto la prima dose di siero anti-Covid griffata AstraZeneca, dopo i casi di trombosi registratisi in Liguria (e non solo), con annessa morte della diciottenne Camilla Canepa presso il policlinico “San Martino” di Genova.



Abrignani, sugli spazi della testata giornalistica avente sede a Torino, ha respinto con fermezza le accuse rivolte agli esperti del Cts sul caos emerso nelle ultime ore circa la facoltà di scelta concessa ai cittadini italiani in merito alla tipologia di seconda dose che intendono farsi somministrare (ancora a vettore virale, come AstraZeneca, oppure a tecnologia mRna), dicendo: “Non è accettabile farci passare per un branco di ubriachi, che cambiano le indicazioni a caso. Siamo in una terra sconosciuta e dobbiamo adeguarci alle nuove evidenze scientifiche, modificando di volta in volta le indicazioni. In tutti i Paesi europei hanno fatto come noi”.



SERGIO ABRIGNANI: “IL CTS NON HA DATO INDICAZIONI PERENTORIE SULLA VACCINAZIONE ETEROLOGA”

Nell’ambito delle parole pronunciate ai microfoni de “La Stampa”, il professor Sergio Abrignani ha deciso di puntare il dito contro la parte politica, perché il Comitato tecnico scientifico ha sempre dato la stessa risposta, come ricorda il diretto interessato: “Noi non abbiamo fornito alcuna indicazione perentoria sul ricorso alla vaccinazione eterologa”. Si sarebbe trattato, a detta di Abrignani, di una scelta di natura meramente politica, assunta dal Ministero della Salute, senza tenere in considerazione quanto scritto sui verbali del Cts.



Così si è arrivati alla situazione attuale, con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha annunciato che ricorrerà in prima persona a una vaccinazione eterologa e ribadito come sia necessario evitare i vaccini a vettore virale fra gli under 60, lasciando tuttavia la chance a chi lo desiderasse di ricevere ugualmente la seconda dose di AstraZeneca. Un’opportunità a cui plaude anche Brignani, che la giudica condivisibile e “una soluzione migliore rispetto al non completamento del ciclo vaccinale”.