Sergio Alfieri, celebre chirurgo del Gemelli noto anche per aver operato due volte Papa Francesco, è indagato dalla procura di Roma per falso in atto pubblico, in quanto firmava il registro della sala operatoria ma si trovava altrove, a convegni o in ambulatorio per visite private. Accuse pesanti per le quali dovrà dare spiegazioni ai carabinieri del Nas e alla pm Alessia Miele, titolare del fascicolo. In un’intervista al Tg1 ha spiegato che lavora «dalla mattina alla sera, dalle 7:15 alle 21». Le accuse sono pesanti, ma non lo preoccupano: «Continuerò la mia vita come sempre, mi dispiace solo per i miei figli, per il Gemelli e per il Papa. Hanno accostato a me la sua foto in carrozzina e non l’ho trovato giusto». Alfieri si sente molto sereno e ribadisce la sua correttezza.



Gli inquirenti, stando a quanto riportato dalla Stampa, si sono lasciati scappare qualche indiscrezione su Sergio Alfieri, celebre chirurgo del Gemelli che siede nel consiglio di amministrazione della Fondazione, nella Consulta Vaticana ed è direttore scientifico dell’ospedale Gemelli-Isola Tiberina: «Ha approfittato del doppio ruolo di controllore e controllato, perché oltre a essere il primario è anche il capo del Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche addominali ed endocrino metaboliche. Di fatto è lui che deve monitorare i medici del settore, ma al contempo è uno dei controllati e, a quanto pare, si è fatto prendere la mano».



SERGIO ALFIERI INDAGATO, IL LEGALE “REGOLE RISPETTATE”

Stando a quanto riportato dalla Stampa, Sergio Alfieri risultava presente il 10 ottobre 2022 sia in sala operatoria sia ad un convegno all’Hilton. Ma viene citato anche il caso del 16 giugno 2022, quando risultava in due sale operatorie, ma in realtà stava svolgendo visite private. Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori, che indagano dopo l’esposto del giornalista Paolo Festuccia, ci sono altri casi, ma al momento non è ipotizzato alcun reato penale da parte della dirigenza dell’ospedale Gemelli. Agli inquirenti, però, non sarebbe sfuggita un’anomalia, cioè che i vertici non abbiano notato la stranezza relativa all’ubiquità del chirurgo, visto che gli interventi erano tutti programmati.



«Il professor Alfieri, la cui levatura personale e professionale è nota a tutti, è certo di aver sempre operato nel pieno rispetto delle regole», afferma l’avvocato Carlo Bonzano, legale di colui che viene chiamato anche come chirurgo del Papa. Invece, il Policlinico Gemelli prende le distanze «dalle strumentalizzazioni contro un centro di eccellenza ed esprime la propria fiducia nei confronti della magistratura, alla quale continua ad assicurare la più ampia collaborazione, nell’ottica di chiarire ogni aspetto». Ma esprime massima fiducia «nell’operato del professor Sergio Alfieri e nelle sue indiscutibili qualità professionali e umane».

DAL VATICANO “NON E’ IL MEDICO DEL PAPA”

«Se si è impegnati a fare altro, anziché essere in sala operatoria, il registro non può essere firmato», ha dichiarato il professor Guido Costamagna, che ha lavorato a lungo con Sergio Alfieri, essendo ex primario di gastroenterologia al Gemelli. D’altra parte, come riportato dalla Stampa, difende il collega dall’accusa di aver operato contemporaneamente più pazienti: «Non è affatto strano che il primo operatore segua contemporaneamente più interventi chirurgici in sala operatoria, intervenendo solo nella più delicata fase centrale, lasciando agli assistenti il compito di incidere e suturare». Invece, un altro medico, rimasto anonimo, fa notare: «Molti primari firmano il registro operatorio anche quando sono in ferie, ma lo fanno per assumersi comunque la responsabilità di quanto accade in sala, altro che per interessi personali». Comunque, il Policlinico Gemelli non ha aperto alcuna inchiesta interna.

Nel frattempo, in Vaticano c’è imbarazzo e prudenza. La Stampa riporta le voci di vari monsignori vaticani, i quali precisano: «Alfieri non è un dipendente vaticano. Non è il medico del Papa. Francesco non l’ha scelto: Alfieri l’ha operato nel 2021 perché è il primario del reparto relativo alla sua patologia. Che poi in seguito sia nata la fiducia, è un altro discorso». Altri aggiungono: «Dopo la sovraesposizione con gli interventi al Papa, se ha fatto quello che ha fatto è stato un po’ ingenuo. Forse ha agito con leggerezza. Il Papa, comunque, si è detto sempre garantista».