Sergio Bruni: la carriera e la morte nel 2003

Quest’anno, 2021, ricorrono i cent’anni dalla nascita del cantautore Sergio Bruni, al secolo Guglielmo Chianese. Bruni era nato a Villaricca il 15 settembre 1921 da una famiglia così povera da non consentirgli di proseguire oltre la terza elementare. A nove anni si iscrisse a una scuola serale di musica dove imparò il clarinetto. Sopravvisse alla guerra e a una ferita ricevuta da partigiano. Cominciò a cantare da autodidatta e nel 1944 debuttò al teatro Reale di Napoli. Nel 1948 incise il suo primo disco con La Voce del Padrone e nel 1949 partecipò alla sua prima Piedigrotta con “Vocca ‘e rose”. Subito dopo approdò al Festival di Napoli che frequentò fino al 1960, durante questa edizione si ritirò per un diverbio con Claudio Villa e gli organizzatori. Sempre nel 1960 partecipò al Festival di Sanremo con la canzone “Il mare”. Poco dopo si allontanò dalla scene dedicandosi al repertorio classico della tradizione napoletana: da “Viemene nzuonno” a “Te voglio bene assaie”, da “Fenesta Vascia” alla “Rumba degli scugnizzi” di Viviani. Sergio Bruni è morto a Roma il 22 giugno 2003, dopo essere stato ricoverato per gravi problemi circolatori. “Muore con Sergio Bruni un simbolo del Novecento napoletano. La sua voce, scolpita come un’ icona, era un monumento, venerato dai suoi concittadini che consideravano la sua villa una specie di tempio rigoroso della tradizione classica”, ha scritto Gino Castaldo su Repubblica in occasione della morte dell’artista.



Sergio Bruni: la moglie Maria e le quattro figlie

Sergio Bruni sposò il 14 febbraio 1948, il giorno di San Valentino, Maria Cerulli. La coppia ha avuto quattro figlie: Michela, Annamaria, Adriana (l’unica che ha seguito le orme del padre) e Bruna. “Debbo dire che senza Maria forse la mia carriera non sarebbe stata la stessa. Pensi che ancora adesso, quando vado in scena, lei si commuove. Le ho dedicato un libro di pensieri: ‘La più grande felicità’, dice uno di questi, è benedire la vita tutti i giorni, ed è quello che io faccio ogni giorno, da che ho sposato la mia Maria”, ha racconto Bruni all’AdnKronos in occasione dei cinquant’anni di matrimonio. La figlia Adriana Bruni, intervistata da Repubblica, in occasione del centenario della nascita del padre, ha detto: “Ha rispettato la canzone napoletana e il pubblico. È sempre stato rigoroso, ha rifiutato i lavori e i repertori che non riteneva adatti. Non era un artista legato ai soldi e ha continuato a studiare canto tutta la vita. E non è stato solo un interprete della canzone napoletana, ma un cantautore”.

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