Sergio Cammariere ha alle spalle dieci album pubblicati, l’ultimo nel 2019 (La fine di tutti i guai) che è stato premiato come miglior colonna sonora al festival internazionale LIAFF di Calcutta, al Mahul Woods International Film Festival e al Virgin Spring Cinefest (India), come Best Song al New York Film Awards 2019 e al Top Short Film Festival per la pellicola ”Twelve Minutes of Rain”. Il 14 maggio 2021 è uscito il suo undicesimo lavoro discografico (Piano nudo), interamente strumentale e caratterizzato da sonorità modern jazz. Ma non solo, il 23 marzo 2021 ha pubblicato il libro intitolato ”Libero nell’aria” nel quale il cantautore ha racchiuso gli aneddoti della sua vita e della sua carriera di quasi trent’anni.

Sergio Cammariere è stato intervistato da Vanity Fair per parlare a proposito del libro, del nuovo disco ma anche della sua vita: ”Avevo soltanto qualche anno quando mio zio mi regalò un trenino elettrico con un vibrafono colorato che suonava al tocco dei tasti. Scoprendo il susseguirsi delle note e delle pause, componevo melodie fantastiche”. Fu però la cugina che gli fece davvero scoprire quello che poi è diventato il suo compagno di vita, il pianoforte. Lei difatti si dilettava a suonare ”Per Elisa” di Beethoven, e in quel momento per Cammariere scattò qualcosa che lo fece debuttare anche nel coro in terza elementare: ”Non avevo intenzione di conformarmi al coro, quando il maestro mi proponeva lo studio tradizionale, scappavo o mi inventavo una scusa. Mi piaceva scomporre e ricomporre la musica. Avevo già un orecchio sensibile, riconoscevo l’altezza delle note anche se sentivo un uccello cantare”.

Sergio Cammariere: “Io, anarchico e pacifista”

A proposito del libro ”Libero nell’aria”, Sergio Cammariere ha riassunto proprio nel titolo il suo leitmotiv, ossia la libertà conquistata da solo, da anarchico e pacifista: ”Sono orgoglioso di poter fare la mia rivoluzione per la libertà con la mia musica. Durante i concerti, la mia anima vola libera insieme a chi mi ascolta”. La sensazione di evadere ed essere libero lo ha sempre accompagnato, da quando è partito verso Firenze lasciando la sua Crotone, fino poi a raggiungere Roma per seguire la sua indole. Lui, da buon musicista quale è, la libertà la mette anche scegliendo spesso l’improvvisazione per i suoi spettacoli: ”Le mani vanno libere, infatti ogni mio concerto è diverso, in base al pianoforte, al clima, alle emozioni del momento. Nell’improvvisazione c’è evoluzione, così la mia musica è in continuo divenire, a differenza di quella attuale standardizzata”.

Il risultato del suo lavoro e delle sue collaborazioni (tra cui il paroliere Roberto Kunstler) sono pezzi in cui si uniscono diversi elementi,  dall’energia del rock alla malinconia del blues, fino alla magia del jazz. Questo sempre grazie a quella voglia di libertà di Sergio Cammariere che si definisce ”pianista del Mediterraneo” e a Vanity Fair dice: ”Grazie al mare ho scoperto il senso profondo della musica, con le sue onde e la sua brezza mi ha insegnato il tempo: è la metafora della vita”.

La carriera di Sergio Cammariere

E’ nel gennaio del 2002 che il cantautore calabrese pubblica il suo primo album, chiamato ”Dalla pace del mare lontano”, che lo porta al successo. Tutto il 2002 infatti sarà, per lui e la sua fedele band, all’insegna dei concerti. Riceve inoltre numerosi riconoscimenti, tra i quali il premio L’isola che non c’era come migliore album d’esordio, il Premio Carosone, il Premio De André come migliore artista dell’anno e la prestigiosa Targa Tenco 2002 come migliore opera prima. Cammariere vincerà anche il referendum di Musica e dischi come migliore artista emergente dell’anno.

Dopo un periodo sotto contratto con la casa discografica EMI Music Italy, Sergio Cammariere ha preso la decisione di diventare indipendente e produrre i suoi dischi senza rimanere più legato alle regole delle major italiane. E’ in questo modo che è riuscito ad oltrepassare i confini del nostro Paese e accordare la sua musica in opere cinematografiche, aggiudicandosi poi premi internazionali. Oggi, ha pubblicato ”Piano nudo”, un album contenente diciotto tracce che fanno fare un viaggio tra jazz, blues  e musica classica a chi lo ascolta: ”Ho sentito la necessità di presentare la mia anima nuda, spogliando la musica dalle parole, fermamente convinto che l’ascolto della musica strumentale porti alla conoscenza”.